di Antonella Millarte
NEWS AGROALIMENTARI - Le cipolle non sono tutte uguali. Ma la biodiversità pugliese, di fatto, soffre per la scarsa conoscenza e divulgazione delle sue bontà. Un esempio? Folla di professionisti e appassionati alla Disfida del calzone di cipolla, ma in pochissimi hanno saputo specificare con certezza l’ingrediente principe utilizzato. Fra questi, lo chef Salvatore Riontino di Margherita di Savoia, ambasciatore di una delle cipolle più apprezzate di Puglia: la cipolla bianca di Margherita Igp. Sono passati due anni dalla nascita del Consorzio di Valorizzazione e tutela di questa cipolla ed il bilancio dice che, per vincere la guerra commerciale, serve la divulgazione. «Il 2017 è stato un anno terribile per i produttori italiani di cipolle– commenta Giuseppe Castiglione, presidente del Consorzio -. La produzione eccessiva a livello nazionale e l’importazione di grandi quantità da tutto il mondo, hanno provocato un crollo dei prezzi”.
Il segnale positivo viene dal fatto che nel 2016 su 66mila quintali di produzione, sono stati certificati Igp 16.997 quintali di cipolle, con un 30% in più a marchio nel 2017 con 22.164 quintali (+ 30%).
La differenza? Questa cipolla, non viene prodotta nel terreno ma nelle sabbie del Mar Adriatico, a sud del Gargano, in una zona tutelata di elevato interesse ambientale tra Margherita di Savoia (Bat), Zapponeta (Fg) e Manfredonia (Fg). Il resto ce lo racconta il suo sapore.