Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 11:54

Trani, bonus edilizi per lavori inesistenti: confiscati beni per 4,5 milioni

Trani, bonus edilizi per lavori inesistenti: confiscati beni per 4,5 milioni

 
Redazione online

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Trani, bonus edilizi per lavori inesistenti: confiscati beni per 4,5 milioni

Anche cinque unità immobiliari, 11 autoveicoli, disponibilità finanziarie e crediti d’imposta relativi ai bonus

Mercoledì 22 Ottobre 2025, 09:35

Beni per un valore di 4 milioni e 500mila euro sono stati confiscati da militari della Guardia di Finanza di Barletta-Andria-Trani a seguito dell'operazione 'Cassetto fiscale', che scoprì un sistema di frodi in materia di crediti d'imposta per i bonus edilizi che riguardavano lavori risultati inesistenti. Il provvedimento è stato emesso dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica.

Tra i beni confiscati: 5 unità immobiliari, 11 autoveicoli, disponibilità finanziarie e crediti d’imposta relativi ai bonus. Si tratta di una parte di quanto già sottoposto al sequestro preventivo e per equivalente in occasione dell'operazione dal gip dello stesso Tribunale nei confronti di cinque persone fisiche e di quattro società, tutte della provincia, per un valore complessivo di oltre 72 milioni di euro. La confisca ha riguardato uno degli imputati che, a seguito di sentenza, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di detenzione domiciliare. Sono stati riconosciuti a favore dello Stato beni ed utilità economiche quale profitto dei reati.
Le indagini, avviate nel 2024 e coordinate dalla Procura di Trani hanno fatto emergere un meccanismo di frode per il conseguimento di sostegni pubblici alle imprese, sotto forma di crediti di imposta, basato sulla falsa attestazione di lavori edilizi mai eseguiti.

Gli indagati, tra la fine del 2021 e quella del 2023, avrebbero presentato all’Agenzia delle Entrate comunicazioni telematiche di cessione di crediti riferite a interventi di recupero edilizio, 'bonus facciate' e 'sismabonus' in realtà mai avviati e riferiti talvolta a immobili inesistenti o nella disponibilità di persone estranee ai fatti. I crediti venivano poi ricevuti nel “cassetto fiscale” di altre società, riconducibili agli stessi indagati, e venivano poi impiegati nelle attività economiche delle stesse società, principalmente sotto forma di compensazione di debiti preesistenti con l’Erario, ottenendo così un cospicuo risparmio fiscale.
Grazie all’incrocio tra i documenti e le movimentazioni finanziarie riconducibili alle società e agli indagati, le Fiamme Gialle hanno ricostruito l’intera filiera delle cessioni di crediti inesistenti e il reimpiego delle somme generate.

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