“Ho la prostata”. Denunciano così i propri disturbi urinari, e connesse implicazioni anche sessuali, molti maschietti, specie over 50 anni. Fino ad allora non s’erano accorti di avere questa ghiandola ii cui compito principale è quello di produrre e immagazzinare il liquido seminale che viene poi rilasciato durante l'eiaculazione. Con la senilità incipiente, la prostata aumenta di volume (ipertrofia benigna) e crea problemi, specie nell’eliminazione dell’urina. Però, più del 50% degli uomini ignora l’allerta, declassandola a semplici fastidi legati all'età e, spesso, evita – come, invece, dovrebbe – di consultare il medico o specialista o non ne segue fedelmente le prescrizioni. Non poche le implicazioni negative anche sessuali e di coppia. A volte, nella sindrome, può nascondersi il cancro, tumore più diffuso nella popolazione maschile (18,5% dei tumori maschili): 36.074 nuovi casi l’anno. I disturbi, sin dall’inizio, devono essere presi in considerazione e comunicati al medico, seguendone le prescrizioni (solo 22,4% le segue correttamente).
Nelle fasi iniziali questo tumore è asintomatico ma, con il tempo, si presentano disturbi: difficoltà a urinare o necessità di emettere urine, accompagnate, a volte, da dolore, sangue. Il tumore della prostata viene classificato in base al grado, che indica l'aggressività della malattia, e allo stadio, che ne designa invece la diffusione. La materia, per quanto riguarda le possibilità diagnostiche e terapeutiche, è in continua evoluzione. Il cancro prostatico localizzato è una patologia che comporta la necessità di scegliere tra diverse opzioni di trattamento radicale. Al recente Congresso della Società Europea di Oncologia medica – dice il presidente eletto dell’Ass. It. di Radiobiologia, dr Stefano Arcangeli “sono state esaminate moderne opzioni di trattamento, utilizzando, per quanto riguarda la radioterapia, quella definita stereotassica e la prostatectomia robotica per la chirurgia. I risultati dello studio dimostrano, con il più alto livello di evidenza possibile, che la SBRT (Stereotactic Body Radiation Therapy) riduce significativamente il rischio di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile rispetto alla prostatectomia, a fronte di un modesto aumento dei disturbi intestinali… Per molti uomini, l'ansia legata a effetti collaterali, come l'incontinenza urinaria e la perdita di funzione sessuale, incide profondamente sulla scelta del trattamento.
I dati raccolti dallo studio forniscono stime aggiornate e affidabili su questi aspetti, migliorando la capacità dei medici di spiegare i possibili rischi e benefici. In questo modo, sarà possibile prendere decisioni più informate, ridurre l'incertezza e garantire un approccio personalizzato che possa massimizzare la qualità di vita dei pazienti, basato su informazioni cliniche precise e contemporanee”. Questo studio – continua Arcangeli (dir. Radioterapia Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori-MB) - fornisce dati fondamentali per comprendere meglio gli effetti collaterali delle due principali opzioni di trattamento per il carcinoma prostatico. Valutare con attenzione questi effetti è essenziale per permettere ai medici di offrire terapie personalizzate, che rispecchino le priorità e le aspettative di ogni paziente in termini di qualità di vita. Il confronto tra la radioterapia SBRT e la prostatectomia robotica aiuta a guidare il processo decisionale, offrendo una base scientifica solida per scegliere il trattamento più adatto”.