Avviso di conclusione delle indagini sull’affare pubblica illuminazione a Manfredonia per l’ex sindaco Rotice, l’imprenditore D’Alba ed altre tre persone, l’ex assessore Angelo Salvemini e i dirigenti comunali Giuseppe Di Tullo, Luca Taggio. ll pubblico ministero Roberto Galli, insieme ai sostituti Giuseppe Mongelli e Giuseppe D’Avolio, contesta agli indagati il reato di abuso d’ufficio in concorso. La procura della Repubblica di Foggia dopo quasi tre anni di indagini ipotizza che, in concorso e in accordo tra loro, i cinque indagati abbiano favorito la società Engie Servizi spa nella procedura di project financing per la concessione del servizio di energia e la gestione integrata degli impianti di illuminazione pubblica di Manfredonia.
In particolare, secondo la procura della repubblica, il dirigente comunale Giuseppe Di Tullo e il funzionario Luca Taggio avrebbero predisposto gli atti istruttori in modo tale da rendere la proposta di Engie prevalente rispetto ad eventuali concorrenti. Una procedura, sempre secondo la procura, che sarebbe stata sostenuta ad avallata dall’ex sindaco Rotice e dall’ex assessore Salvemini. Rotice e Salvemini sono coinvolti come imputati anche nel processo «Giù le mani» sui presunti affari tra politica, imprenditori e criminalità organizzata.
Nell’indagine dei pm della procura foggiana spicca anche il nome dell’imprenditore Michele D’Alba che viene accusato con Rotice di aver turbato il procedimento amministrativo volto alle determinazioni da assumere dall’amministrazione comunale di Manfredonia sulla proposta di finanza di progetto della Engie Servizi «anche al fine di orientare la volontà dell’amministrazione comunale in senso sfavorevole alla proposta di Engie o comunque favorevole a D’Alba e alle società a lui riferibili, anche tramite la costituzione di un soggetto consorziato tra la Engie e altre società riferibili all’imprenditore manfredoniano».
Secondo la procura di Foggia tutti gli indagati avrebbero adottato “condotte tali da alterare il corretto iter amministrativo favorendo la società francese, che aveva già gestito la manutenzione degli impianti cittadini”. Nell’atto di conclusione delle indagini, infatti, la procura sostiene che il project financing presentato al Comune di Manfredonia sia stata approvato «in violazione dei principi di trasparenza e concorrenza, attraverso atti amministrativi che avrebbero garantito a Engie un vantaggio economico e gestionale indebito».
La notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, condotte durante l’istruttoria dalla Guardia di Finanza, apre ora la fase in cui le difese potranno presentare memorie e richieste di interrogatorio. Quindi il pubblico ministero deciderà se chiedere il rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Foggia.