Cellule del carcinoma maligno della cervice uterina di una donna afroamericana, Henrietta Lacks, morta nel 1951, diventano fonte di ricerche scientifiche (75mila studi che hanno consentito, tra l’altro, lo sviluppo dei vaccini contro HPV, poliomielite, Covid-19, di farmaci contro l’Aids ed hanno favorito la pratica ed il successo della fecondazione medicalmente assistita salvando migliaia di migliaia di vite umane) e motivano la sollecitazione a “prendersi cura dei propri sintomi, prevenirne la comparsa, giungere a diagnosi anticipata “salvavita”. Lo si fa, in Usa, in occasione di incontro pubblico per utilizzare i 180mila dollari raccolti per una statua in bronzo da erigere nella “Lacks Plaza”,della città natale di Henrietta. Si prende a modello il cancro ovarico, prima causa di morte tra le neoplasie ginecologiche, se ne illustrano le novità di diagnosi, terapie, prevenzione. In Italia, esso è obiettivo della campagna di sensibilizzazione “Tumore Ovarico. Manteniamoci informate! Da donna a donna” ideata e realizzata da Pro Format Comunicazione e MadOwl in collaborazione con altre Associazioni e sponsorizzata in esclusiva da GSK. Le novità: terapie di mantenimento che aumentano il tempo libero da malattia e sono efficaci su tutte le pazienti che rispondono alla chemioterapia, con o senza mutazioni; test genetici – su tessuto e germinale – che permettono di rilevare le mutazioni BRCA 1 e 2 per attivare sorveglianza e prevenzione sui familiari delle pazienti; chirurgia sempre più precisa e specialistica; conoscenza dei sintomi. Pazienti delle Associazioni si confrontano con videomessaggi “da donna a donna” veicolati sulla landing page www.manteniamociinformate.it: 8 brevi video. Il tumore ovarico è subdolo: sintomi aspecifici o non riconosciuti (in 70-80% dei casi diagnosticato a malattia in fase avanzata con ridotte possibilità di guarigione). “Diagnosi precoce fondamentale. Purtroppo, non ci sono screening efficaci. Unica strategia preventiva è la chirurgia profilattica per donne a rischio identificate con test per le alterazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2 (nel 25% dei casi è di origine genetico-ereditaria). “il primo test è somatico su tessuto tumorale, e permette di individuare mutazione del gene BRCA; il secondo test è il germinale, sul sangue ed è l’unico che svela il carattere ereditario della mutazione. Rispetto a 10-15 anni fa, la chirurgia è diventata altamente specialistica e va effettuata solo in Centri di riferimento, inoltre può essere mininvasiva negli stadi iniziali della malattia e più invasiva in quelli avanzati, con l’obiettivo di asportare tutta la malattia visibile. Spesso le donne arrivano all’osservazione quando la malattia è in stadio avanzato e le cure diventano più limitate e meno efficaci”.

Le cellule del carcinoma maligno della cervice uterina di una donna afroamericana morta nel 1951, diventano fonte di ricerche scientifiche
Martedì 27 Dicembre 2022, 17:41
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Vivere in salute: suggerimenti, risposte, piccoli accorgimenti per gestire la propria giornata, l’umore, l’alimentazione, il ricorso a farmaci, come affrontare al meglio gli impegni di lavoro, di responsabilità, il riposo ed il diporto, l’attività fisica. Inoltre, una finestra aperta sulla ricerca, sulle novità che la medicina ci offre ora e ci riserva e promette per il prossimo futuro.
Nicola Simonetti
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