Se fossimo su Netflix parleremmo di un crossover, quello che si verifica quando due serie tv si incrociano. Ed è un po’ la stessa cosa che è accaduta con i nuovi atti depositati dalla Procura di Bari nel processo per i voti truccati alle elezioni di Grumo e Triggiano: nell’ultima puntata (l’udienza preliminare di venerdì scorso) i pm Claudio Pinto e Savina Toscani hanno sbloccato un nuovo personaggio. È Nicola Sansolini, ex dirigente della Asl di Bari arrestato a novembre 2024 per le tangenti sugli appalti di manutenzione, che ha raccontato un (ancora presunto) tentativo di inquinare gli affidamenti dell’azienda sanitaria da parte di Alessandro Cataldo, principale imputato nel processo per corruzione elettorale che vede imputata anche la moglie Anita Maurodinoia.
Il verbale di Sansolini porta la data del 28 luglio ed è in gran parte ancora secretato perché dalle dichiarazioni dell’ingegnere tarantino sono nati altri accertamenti. L’ingegnere ha raccontato che attraverso un coimputato, l’imprenditore (pagatore di tangenti) Giovanni Crisanti, gli fu proposto di incontrare Cataldo. «Ed andammo da... non so come si chiama di cognome, andammo alla Pegaso. Da Sandrino, che poi già l'avevo conosciuto perché era il marito dell'assessore Maurodinoia, perché ci eravamo incontrati qualche volta sul cantiere a Triggiano, e quindi lui mi disse: “No, Ingegnere è per il tuo bene, per proteggerti”. Ho detto: “Ma proteggermi da che?”. “No, non ti preoccupare, tanto sarai spostato dall'Asl di Bari e ti daremo qualche altro incarico su Bari”»...