L’ultimo tentativo è stata una proposta di concordato semplificato, che però il Tribunale di Bari ha ritenuto non omologabile: troppo incerta la proposta avanzata per sanare gli oltre 17 milioni di passivo della Loran Italia. E per questo martedì i giudici della Quarta sezione (presidente Rana, estensore Simone) hanno dichiarato il fallimento anche dell’ultima società di quello che una volta era l’impero Soa, il gruppo della logistica e dei trasporti che faceva capo all’imprenditore Oronzo Angiulli.
Dopo aver rigettato il concordato semplificato il Tribunale ha infatti accolto la domanda di liquidazione giudiziale presentata a febbraio 2024 dalla Procura di Bari, con il pm Lanfranco Marazia che - insieme alla Finanza - ha scoperchiato il sistema Soa: un gigante con i piedi di argilla, che si reggeva in piedi scaricando i costi del personale sulle cooperative che formalmente si occupavano delle consegne delle merci (utilizzando i mezzi del consorzio), emettendo fatture di servizi alla Soa e accumulando così un rilevante debito Iva (mai pagato). Soa, che si occupava di logistica per la quasi totalità delle catene di grande distribuzione pugliesi, è stata dichiarata fallita a giugno dello scorso anno con un buco da 60 milioni. Martedì è stato il turno di Loran, che si occupava invece di noleggio veicoli e - fino a un anno fa - aveva tra i suoi clienti anche Amazon: a giugno sono stati ceduti due rami di impresa (rilevati da altre società di autonoleggio), ma è stato vano sia il piano di composizione negoziata della crisi che quelllo di concordato...