La gratitudine è smettere di dare per scontato ciò che abbiamo e ciò che siamo e invece, valorizzarlo, incominciando da noi stessi. Può darsi che stiamo dando per scontato l’amore che riceviamo gratuitamente e che magari, a causa della stanchezza, della distrazione, dell’egocentrismo, sia diventato quasi un peso, qualcosa da dover apprezzare e contraccambiare, invece che provare gratitudine e riconoscenza. A volte, infatti può capitare di cercare sempre qualcosa che ci faccia stare meglio e sentiamo come una sete che non si esaurisce mai: è continuare ad avvilupparsi su sé stessi, egoisticamente, come un serpente, senza accorgersi che l’appagamento arriva anche dal donare, dal prendersi cura in modo sano, facendo qualcosa che faccia stare bene noi e i nostri compagni di viaggio (amici, colleghi, parenti, affetti). E soprattutto dal riconoscimento della loro presenza nella nostra vita, come dono gratuito.
Come quando ci sono quegli istanti, scene della vita un po' banali, che invece diventano speciali, si illuminano: come ad esempio alla fermata di un autobus, in cui un raggio di sole illumina la scena di una strada su cui scendono le foglie di un albero dai colori autunnali e tu lo vedi con gli occhi dell’anima, in modo nuovo, come un’opportunità che la vita ti sta dando, di stare proprio lì, in quel momento, in piedi, a respirare, perché non è scontato poterci essere, avresti potuto stare in un letto a causa di un malore, o in un'altra città e magari non poterti muovere liberamente e viaggiare, non avere un lavoro, etc.
Vedi quella scena in una luce diversa: la luce della gratitudine, che ti fa cogliere la bellezza di quel momento, con quel raggio di sole, che sembra come un faro, un occhio di bue, che illumina la scena del palcoscenico della tua vita, che fa luce su quell’istante in cui ci sei tu e tutte le cose belle della tua vita, che ti passano velocemente davanti agli occhi e che riacquistano importanza e valore, scaldando qualcosa dentro di te. In tal modo senti nascere l’amore per ciò che la vita ti offre e la natura ti dona e sentendo e vedendo l’amore di cui sei circondata, che è fatto di gesti, di persone, di tutto ciò che hai e hai conquistato, con l’aiuto di altri -e per mano divina per chi crede-, e, piena di quell’amore, ti viene spontaneo dire “che bello”, riconoscere quella bellezza, quel dono, accoglierlo, provare quel sentimento di gratitudine.
Il passo successivo è sentire il desiderio irrefrenabile di riversare sugli altri quello stesso sentimento, continuare a creare bellezza, a generare bellezza, che è il senso della vita. La gratitudine che ti fa guardare senza dare per scontato ciò che c’è intorno, valorizzarlo, prendersi cura, con amore, mettere a disposizione i propri talenti, facendolo bene, come se non avessi un altro momento per farlo, amare sé stessi, prendersi cura di sé, ascoltarsi e uscire dalla banalità, dall’ordinarietà e rendere straordinario ogni momento della propria vita. Un’esperienza che ti può ridare luce, grinta, sprint, sapore.
Un’esperienza spirituale e psicologica che risveglia i sensi, le emozioni e le percezioni e ti rende capace di cogliere piccolissime cose che prima non vedevi. È un risveglio. Sono momenti che arrivano quando ti dedichi amore, benessere e quando vivi relazioni di affetto fondamentali. Una trasformazione che arriva quando mettiamo al centro il nostro bene (lo stare bene) e i nostri bisogni. Che non è egoismo, una ricerca fine a sé stessa di qualcosa che offre piacere immediato ma senza benessere, ma è prendersi cura di sé. Di ciò che ci piace, ci fa stare bene e ci fa bene. Una dinamica che nella vita va continuamente equilibrata, tra prendersi cura di sé e degli altri, poiché se ci sbilanciamo non funziona, in entrambi i casi. È necessario trovare il giusto equilibrio e la giusta armonia. Ma tra i due, il più importante è il benessere personale, perché se non stiamo bene noi, dentro di noi, al benessere fuori di noi e degli altri, non ci arriviamo.