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Accordi prematrimoniali: il matrimonio è più di un contratto, è anche un sacramento

 
Emanuela Megli

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sposi, matrimonio

La recente ordinanza della Corte di Cassazione che apre per la prima volta in Italia agli accordi prematrimoniali segna una svolta storica nel diritto di famiglia

Domenica 17 Agosto 2025, 20:16

La recente ordinanza della Corte di Cassazione che apre per la prima volta in Italia agli accordi prematrimoniali segna una svolta storica nel diritto di famiglia. Fino a oggi tali patti erano ritenuti nulli perché considerati contrari all’ordine pubblico, ma con la decisione del 21 luglio la Suprema Corte ha riconosciuto la possibilità di stipulare accordi “atipici” sottoposti a condizione sospensiva, capaci di regolare in anticipo gli effetti patrimoniali di una separazione o di un divorzio. Un passo che avvicina il nostro ordinamento alle prassi già consolidate in altri Paesi occidentali, ma che porta con sé questioni delicate e potenzialmente divisive. La prima riguarda il rapporto con il diritto canonico. In Italia, infatti, il matrimonio non è soltanto un atto civile: esiste anche il matrimonio religioso, che ha effetti civili in virtù dei Patti Lateranensi del 1929. Qui il problema diventa evidente. Come ricorda Aldo Vangi, avvocato civile ed ecclesiastico e consigliere regionale del Forum delle Associazioni Familiari di Puglia, “se si dovesse legiferare in merito lo Stato italiano dovrà tener conto anche dei Patti Lateranensi ed eventualmente integrarli. In tali casi un accordo prematrimoniale renderebbe nullo a priori il matrimonio perché per la Chiesa non può esserci alcuna riserva né condizione sospensiva all’unione matrimoniale basata sul communio totius vitae. Ciò significa che la Chiesa, al fine di tutelare la propria autorità statuale, che in caso contrario verrebbe meno, dovrà rivedere i Patti Lateranensi con lo Stato italiano affinché una sentenza di nullità matrimoniale emessa da un Tribunale ecclesiastico, perché esistente un accordo prematrimoniale, sia delibata automaticamente, cioè resa valida in Italia, senza ricorrere alla Corte di Appello, con notevole risparmio di spese per le parti.” La questione non è solo giuridica, ma anche politica e culturale. Il matrimonio è un rito che celebra un amore specifico e non generico: è un amore generativo basato sulla responsabilità sociale, che si esplica verso l'interno, la famiglia, i coniugi e i figli e verso l'esterno, per il ruolo di cellula fondamentale del tessuto sociale, base di comunità allargata, ispirata agli stessi valori di valorizzazione dell'altro, del "noi", del dono, della gratuità, della reciprocità e della comunione. Un bozzetto di società evoluta, educante, fondata sull'amore universale, ma reso concreto e specifico nel matrimonio, dove l'amore diventa apicale ed esclusivo. Se ci fosse la possibilità di contemplarne il fallimento, e di regolamentare le condizioni di una separazione rappresentata a priori, mancherebbe la responsabilità coscienziosa verso un impegno indissolubile. Depotenzierebbe la scelta con le possibili risoluzioni ex ante. È probabile, ipotizzare che in futuro chi dovesse decidere di sposarsi secondo questa modalità, lo faccia solo in comune, senza il coinvolgimento della Chiesa, che in qualche modo indica nel sacramento del matrimonio un atto che i due coniugi non fanno solo con sè stessi e l'uno verso l'altro, ma anche con Dio, impegnandosi a riconoscere il valore della grazia della fede nella loro vita, ad alimentarla e tenerla viva, superando ostacoli e transizioni. Un atto pregno di un valore più ampio, appunto, poiché basato su un dono che i due, unendosi in comunione per la vita, fanno anche verso altri, aprendosi in modo generativo alle possibili situazioni che la vita metterà loro di fronte. È evidente che il matrimonio religioso negli anni, ha perso questo tipo di consapevolezza, ed è stato sostituito dal desiderio di renderlo un momento significativo nella cornice della sacralità della religiosità, anche un po’ per tradizione e aspettativa sociale. Ma la profondità di chi lo celebra per fede, va salvaguardata, anche per custodire quel senso e quel valore che nel tempo rende viva e vera la memoria di amori indissolubili che hanno resistito al tempo e alle svariate crisi, trasformandole in carburante per una vita santa e feconda di bene. Sarà il caso di accompagnare con più discernimento i potenziali sposi al sacramento del matrimonio, rendendoli consapevoli del gesto che rappresenta e aderire ad esso autenticamente. 

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Un blog per saperne di più sul “SAPER VIVERE” di ogni giorno e sul decidere come comportarci, facendo chiarezza sulle parole e sui fatti, potendo avere un punto di vista utile per avere sempre più un’opinione personale su lavoro, scuola e famiglia. Ecco una serie di strumenti per poter comprendere gli eventi della vita e saperli gestire al meglio. Tutto questo è Agil@mente. A cura di Emanuela Megli, donna e due volte mamma, imprenditrice, Formatrice Coach di Soft Skills e scrittrice.

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