Domenica 12 Ottobre 2025 | 01:37

Facebook, il gruppo «Mia Moglie» per spiare e apprezzare parti intime di mogli

 
emanuela megli

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emanuela megli

Facebook il gruppo «Mia Moglie» per spiare e apprezzare parti intime di mogli

Foto di mogli, compagne e fidanzate condivise sul social network e commentate in modo volgare

Venerdì 22 Agosto 2025, 20:36

La polizia postale ha fatto chiudere il gruppo Facebook denominato “Mia moglie”, dopo la segnalazione di alcune donne attive nel campo della promozione femminile, che l’avevano scoperto, restando inorridite dalle immagini di fotografie di donne e parti dei loro corpi ritratte a loro insaputa e senza il loro consenso, come carne fresca senza soggettività e senza anima, solo per esporle ai commenti maschilisti degli uomini iscritti al gruppo, professionisti, imprenditori, funzionari pubblici, candidati sindaci, medici, giornalisti anche della nostra regione. 

L’esistenza di tali condotte denota la presenza di alcune persone di genere maschile, incapaci di considerare le donne e le proprie mogli soggetti della relazione e persone, invece che membra di cui servirsi a proprio piacimento. 

La narrazione sulla misoginia e sulla parità di genere spesso, ancora oggi, incontra commenti di scetticismo, in cui si addita il comportamento deprecabile di violenza sulle donne, solo come violenza generica, alcuni addirittura segnalerebbero una discriminazione al contrario. Perché almeno se ne parla, dicono. Ma parlarne non è sufficiente, è necessario cambiare la cultura strisciante e sottesa ad una parità di facciata che si esprime con atteggiamenti che mostrano comprensione delle esigenze femminili, ma nel concreto non promuove le donne e non le agevola quando si devono fare i conti con le opportunità di emancipazione reale. 

C’è ancora una cultura che vuole le donne in posizione di subalternità, nella società, nella coppia e nella famiglia, tacita e implicita e che non riconosce il doppio carico nella cura e nella gestione domestica, amministrativa e affettiva, oltre che nel lavoro. La crescita umana e professionale della donna è spesso vista come approccio competitivo o lesivo dell’equilibrio familiare, provocando un cosiddetto delitto di lesa maestà lesa, indicativo di una dominanza del modello culturale maschile. Modelli di supporto reciproco nella coppia e nella famiglia, mostrano che un altro modo di intendere la complementarità tra i generi esiste e si basa sulla promozione dell’essere persona oltre i ruoli, nella società, nella coppia, nella famiglia e nella società. Sarà questo esempio che aprirà nuove vie percorribili per una società evoluta e rinnovata, grazie alla sfida di un’educazione consapevole alla genitorialità e all’affettività. Un approccio che consente di entrare in empatia nelle relazioni, superando logiche di potere e di dominio -in cui la spinta evolutiva viene equilibrata con quella involutiva presente negli esseri umani e ricondotta a comportamenti sani in cui prendersi cura di sé, del proprio sentire, del benessere e del malessere-, evita disfunzioni di personalità tendenti alla bruttezza e all’annientamento della bellezza insita nel genere umano, in continuo divenire. Serve un’alleanza concreta per la promozione sana della cultura di genere. 

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Emanuela Megli

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Un blog per saperne di più sul “SAPER VIVERE” di ogni giorno e sul decidere come comportarci, facendo chiarezza sulle parole e sui fatti, potendo avere un punto di vista utile per avere sempre più un’opinione personale su lavoro, scuola e famiglia. Ecco una serie di strumenti per poter comprendere gli eventi della vita e saperli gestire al meglio. Tutto questo è Agil@mente. A cura di Emanuela Megli, donna e due volte mamma, imprenditrice, Formatrice Coach di Soft Skills e scrittrice.

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