Il 24 luglio 2025 l’Assemblea del CNEL ha approvato il disegno di legge “Disposizioni per la valorizzazione della fraternità umana nei luoghi di lavoro”, una svolta che porta la fraternità dal piano ideale a quello legislativo. Non un gesto simbolico, ma un invito reale a costruire ambienti di lavoro fondati sulla solidarietà vera, partecipazione, conciliazione vita-lavoro e welfare umano. Questo testo ha il coraggio di dire ciò che tante persone sentono: il lavoro produce se c’è umanità dietro ogni gesto. Chi sono i volti e i pensatori che hanno dato vita all’idea di fraternità applicata all’economia? Nel 1991, a San Paolo (Brasile), nasce un’intuizione che scuote: l’impresa come motore di fraternità. L’Economia di Comunione, promossa da Chiara Lubich, propone che i profitti vengano suddivisi in tre parti: sviluppo dell’impresa, aiuto agli esclusi, e diffusione della cultura del dare. Un’esperienza reale di lavoro che cura la persona e genera benessere condiviso, che coinvolge oltre 700 imprese in tutto il mondo, Poli industriali e scuole di formazione sulla cultura della fraternità in economia. Papa Francesco, con una lettera del 1 maggio 2019, ha chiamato giovani economisti e imprenditori da tutto il mondo a costruire “un’economia del dare”, con linguaggio di fraternità e sostenibilità. Il movimento Economy of Francesco ha coinvolto migliaia di giovani da 115 Paesi e ha prodotto pratiche veramente rivoluzionarie di inclusione e solidarietà concreta. Il concetto di beni relazionali nasce a metà degli anni Ottanta dalle riflessioni di Donati e Nussbaum sui “beni relazionali” fino alla teoria italiana dell’economia civile di Bruni e Zamagni: l’economia è relazione, reciprocità, fraternità. Un percorso teorico che fonda la solidarietà come risorsa produttiva e sociale. Altri autori come Benedetto Gui e Carole Uhlaner hanno poi formalizzato i “beni relazionali” come beni pubblici locali: prodotti e consumati simultaneamente nella relazione, influenzando il capitale sociale e la cooperazione. Papa Francesco ha definito l’EdC come un modello in cui “economia e comunione diventano più belle quando sono accostate”, confermando l'impatto globale del progetto. Questa tradizione affonda le radici nel solidarismo cristiano (Heinrich Pesch), nei lavori di Antonio Genovesi e nei contributi moderni di Bruni e Zamagni, opponendosi alla concezione dell'homo oeconomicus e postulando una relazione tra persona e comunità come pilastro dell’economia, fondato sulla fiducia. Perché la fraternità, il benessere e la produttività si alimentano l’un l’altra? Ambientare il lavoro nella fraternità significa alimentare capitale sociale, relazioni autentiche che eliminano costi di controllo, abbassano barriere e aumentano efficacia organizzativa. Le reti relazionali solide favoriscono lo scambio di idee e l'apprendimento collettivo, stimolando una creatività condivisa. L’innovazione non nasce da policy fredde, ma dal dialogo rispettoso dentro l’impresa e la comunità. Il Benessere produce impegno. La fraternità genera gratitudine, senso di appartenenza, motivazione. Ne risultano minori assenze, minore turnover, maggiore professionalità — e persone che vivono il lavoro con dignità. Storie e studi internazionali dimostrano che aziende con pratiche di economia di comunione o ambienti collaborativi producono benessere, riducono povertà ed esclusione, e migliorano fatturati e impatto sociale. Questo disegno di legge chiede alle imprese e ai territori di fare della fraternità una prassi: codici etici partecipati, welfare relazionale, negoziazione collettiva partecipativa, iniziative di formazione e benessere condiviso. Un ponte tra teoria (beni relazionali, economia civile) e prassi viva (EdC, EoF), con potenziale trasformativo.

Sabato 26 Luglio 2025, 15:50
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Un blog per saperne di più sul “SAPER VIVERE” di ogni giorno e sul decidere come comportarci, facendo chiarezza sulle parole e sui fatti, potendo avere un punto di vista utile per avere sempre più un’opinione personale su lavoro, scuola e famiglia. Ecco una serie di strumenti per poter comprendere gli eventi della vita e saperli gestire al meglio. Tutto questo è Agil@mente. A cura di Emanuela Megli, donna e due volte mamma, imprenditrice, Formatrice Coach di Soft Skills e scrittrice.
Emanuela Megli
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