Ma davvero si possono conciliare vita e lavoro? Due genitori entrambi dipendenti full time, possono creare e crescere una famiglia?
Gli ultimi dati dell’Ispettorato del lavoro - Rapporto 2022- ci raccontano che le dimissionarie donne che lasciano il lavoro a causa della difficoltà di conciliare vita e lavoro.
Cosa possiamo fare per armonizzare la vita, tra famiglia e lavoro?
Nelle organizzazioni servono le soluzioni legate ad un lavoro autonomo, se possibile, da svolgere anche fuori dalla sede formale, con lo Smart working.
Ma questo non è sufficiente. Ce ne siamo accorti durante la pandemia che ha mostrato i limiti di una totale assenza di confini tra ambiti di vita, in cui lavoro, famiglia, coppia, erano tutte insieme senza scansione di tempo e spazio e senza separazione. Una promiscuità e permeabilità delle sfere di vita che ha comportato disordine, disagio, conflittualità e stress. Lo smart working funziona solo se si delega al lavoratore un lavoro con obiettivi definiti e condivisi, dandogli la libertà di svolgerlo in tempi e modi flessibili, verificando insieme i risultati. Il lavoro da casa spesso nasconde un paradosso di autonomia e stress, quando viene controllato con una connessione da remoto a tempo, che di fatto consente meno riposo delle ore di recupero che si hanno nel lavoro in presenza, in cui tra una chiacchiera e un caffè è meno controllato. Inoltre, spesso per molte donne le pause durante il lavoro da casa, sono dedicate al lavoro domestico (preparazione del pranzo, riordino della casa, cura di bambini piccoli) generando un aggravio di stanchezza e di stress.
A casa servono più parità nel lavoro di cura e domestico, per dividere i carichi e le responsabilità genitoriali e poter godere appieno dei ruoli che la scelta della famiglia comporta se equilibrati tra i due coniugi. Serve riscoprire il gusto di essere famiglia, una piccola comunità con cui affrontare la vita, dove l’alleanza prima tra i coniugi e poi con i figli può essere una vitamina potentissima per dare valore e significato ad alcune giornate faticose tra doveri e scadenze. Un vero propulsore di energie positive, che l’amore autentico moltiplica tra i membri della famiglia, che può davvero illuminare la scena del mondo, spesso adombrata da interessi, conflitti di potere, materialismo ed egoismo.
L’amore è qualcosa che si genera quando si dona e la famiglia è la sua fabbrica madre.
Nella società serve che tutti si facciano carico dei bisogni della famiglia che è la struttura minima portante del ciclo di vita, dell’organizzazione della vita e della formazione della persona, attraverso idee, strutture di supporto all’infanzia e alle diverse età che nei diversi cicli di vita devono essere affrontati e gestiti.
Servono politiche per la famiglia, trasversali agli ambiti di intervento delle disposizioni e misure economiche, sociali, urbanistiche, sanitarie, scolastiche, poiché dalla cura di essa si può rilanciare l’intero sistema.