Mercoledì 10 Settembre 2025 | 13:08

Rapimento lampo di un imprenditore andriese: sette arrestati, anche padre e figlio

 
Redazione online

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Sequestro-lampo di un imprenditore biscegliese: sette arrestati, anche padre e figlio

Gli indagati hanno tra i 36 e i 78 anni: sono accusati di sequestro di persona a scopo di rapina, tentata rapina aggravata dall’uso di armi, detenzione e utilizzo di banconote false

Mercoledì 10 Settembre 2025, 08:41

12:34

Una rapina compiuta e un’altra sventata. Un gruppo che sarebbe diventato l’incubo degli imprenditori agendo con violenza e usando un espediente diventato routine: il sequestro lampo per riuscire a portare via soldi, gioielli o incassi. È quanto accertato dagli agenti della squadra mobile di Andria che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Trani, a carico di sette persone: sei sono in carcere, una ai domiciliari. Le accuse, a vario titolo, sono di sequestro lampo a scopo di rapina, tentata rapina aggravata dall’uso di armi, detenzione e spendita di banconote false.

Si tratta di sei uomini di Andria, tra cui un padre e suo figlio, tutti con precedenti penali e di età compresa tra i 61 e i 36 anni: sono in carcere. Un 78enne di Bisceglie invece, è agli arresti domiciliari. L’inchiesta - denominata Game over e coordinata dalla procura di Trani - è iniziata dopo una rapina avvenuta ad Andria lo scorso 7 gennaio quando il titolare di un’agenzia di scommesse sarebbe stato costretto dagli indagati, che avrebbero agito armati e incappucciati, a salire a bordo di un’auto. La vittima, aggredita con calci e pugni, sarebbe stata derubata dell’incasso pari a 15mila euro per poi essere lasciata alla periferia della città. Un’altra rapina invece, è stata sventata dai poliziotti impegnati in altre indagini basate su intercettazioni telefoniche e ambientali. Così, avrebbero scoperto che gli indagati stavano pianificando un’ulteriore rapina ai danni di un altro imprenditore locale. Un colpo in cui avrebbero usato armi per costringere l’uomo a raggiungere la sua abitazione, aprire la cassaforte e consegnare quanto era custodito al suo interno.

Le persone arrestate, a cui è stata contestata anche la recidiva, sono state identificate grazie all’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona. Il gruppo inoltre, avrebbe reclutato un minore a cui venivano affidati soldi falsi, usati per acquisti in città.

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