Ci sono i miracoli economici e, semplicemente, i miracoli. I secondi sono quelli che ricercano con fede i pellegrini e i fedeli di tutto il mondo andando da Padre Pio a San Giovanni Rotondo, in questi giorni alle prese con un rimpiattino di numeri, da quelli del passato Giubileo passando per la canonizzazione del frate delle stimmate fino ad arrivare a oggi, con il Giubileo 2025 alle porte. Conti alla mano, sembrerebbe che gli antichi fasti di numeri e ori di una Chiesa forse mai fino in fondo vissuta, almeno nell’intimo, non ci siano più.
Ma presumiamo che i fedeli, i malati e i pellegrini poco possano appassionarsi all’idea che San Giovanni non sia più con i numeri di una volta, con transenne e fiumi di gente, anche se le cose, a ben vedere, non stanno propriamente così. Forse non ci sono gli eccessi, ma neanche si può parlare di caduta libera, tutt’altro. Le presenze sono indiscutibili, gli alberghi si riempiono, l’indotto turistico-religioso mantiene e il Comune, fa sapere il sindaco Michele Crisetti, è concentrato sul Giubileo 2025 e su come creare una diversificazione delle proposte in modo da consentire a tutti di fruire di un territorio bellissimo e magari fermarsi qualche giorno per scoprire qualcosa di più del Gargano religioso e non solo. Un buen retiro, come lo è stato per l’indimenticato studioso della nostra terra Pasquale Soccio? Una ricerca di senso della propria vita che impatta prima o poi su tutti, credenti e laici? Di sicuro sì.
Non esistono solo le leggi di mercato, i numeri e i fatturati, e di certo stride tale sottolineatura – legittima, intendiamoci – con quella sacralità che da sempre accompagna San Giovanni. Il vero miracolo l’ha fatto già così Padre Pio, su una brulla e alta cima che a dispetto delle sue asperità, anche climatiche, è divenuta nei decenni la casa di sollievo della sofferenza. Giusto a ricordare quanto bene, quanta scienza e quanta guarigione sono passate e passano da quel lembo di terra. Il frate che parla alle nostre delusioni e dice qualcosa di più alle nostre crisi avrà forse di che dolersi dell’eccessivo calcolo numerico, lui così interessato a salvare le anime, quelle sì, in gran numero. Era stato tra tanti malati e sofferenti con spirito di abnegazione, vivendo con loro il presente funestato dall’ombra scura dell’infelicità, ma mai disperando di poterli aiutare a vedere oltre la cortina del dolore. In attesa del Giubileo del 2025 teniamo presenti anche i numeri dei salvati, non solo dei sommersi.