La forza dei gol per tenere accesa quella sia pur flebile fiammella di speranza. Il successo del Bari sull’Avellino concomitante alla caduta della Reggina a Monopoli ha riportato i biancorossi a sette punti dal primo posto del girone C occupato dai calabresi. Inutile abbandonarsi in voli pindarici: il distacco è consistente ed i turni di regular season per recuperarlo ormai si sono ridotti a nove. Così come ha ragione Vincenzo Vivarini nel ricordare che la priorità debba essere innanzitutto blindare la seconda piazza, insidiata da Monopoli e Potenza, lontane rispettivamente soltanto due e quattro punti.
La contesa per la promozione diretta, però, non è ancora chiusa. E ci sono dei fattori che possono spingere i galletti quantomeno a mettere pressione ai rivali amaranto. La vittoria sull’Avellino, infatti, ha consegnato al Bari due primati: cosa che finora mai era successa nel girone C. Innanzitutto, la truppa di Vivarini adesso è la meno battuta del raggruppamento, con soli due ko incassati. Una continuità davvero notevole, frutto dei 24 turni utili inanellati con l’allenatore abruzzese in sella. E se da un lato stonano gli undici pareggi complessivi (troppi per una big), dall’altro va guardato anche il potenziale di tale longevità senza sconfitte. Se, infatti, il Bari, come predica il suo tecnico, migliorasse nel cinismo, nel «gioco sporco», nella sicurezza complessiva, davvero si potrebbe innestare una marcia ancora più alta. La squadra comunque ha trovato il passo giusto in casa con le sei vittorie di fila in bella mostra, mentre in trasferta, pur mancando il guizzo dal termine del girone d’andata, ha pur sempre affrontato Viterbese, Reggina, Monopoli, Cavese e Ternana, ovvero le grandi del girone, nonché qualche outsider che comunque viaggia in zona playoff. Qualora i galletti limitassero le poche amnesie costate qualche pari di troppo, potrebbero davvero ambire al percorso netto puntando non solo sulle indubbie qualità, ma anche sulla capacità di trovare una soluzione alle situazioni più intricate.
L’altro fattore riguarda la facilità nel trovare la porta. Il Bari, con 53 gol realizzati, vanta adesso il migliore attacco del campionato. Bisogna risalire addirittura al 27 ottobre scorso per trovare l’unica occasione in cui i pugliesi (0-0 a Catania), nella gestione Vivarini non siano andati a segno. Con il coach di Ari sono arrivati 47 gol in 24 gare, all’invidiabile media di 1,95 reti a partita. Con i colpi del mercato di gennaio, ormai partecipano alla fase realizzativa tutti i reparti. Antenucci, con 19 centri, è il capocannoniere indiscusso del girone C e, se con Cornacchini aveva segnato tre gol solo su rigore, ora le sue reti su azione sono ben 11 con otto penalty trasformati. Con Simeri (dieci bersagli) compone anche il miglior tandem di punta del torneo. Ma vanno messi in conto anche i gol dieci della difesa (quattro Sabbione, due Di Cesare e Perrotta, uno Ciofani e Costa), nonché le otto marcature del centrocampo (due Hamlili, Laribi e Terrani, uno Maita e Scavone). Il margine di miglioramento potrebbe venire dalle punte di scorta: D’Ursi è fermo a due gol, mentre Costantino non ha ancora rotto il ghiaccio, collezionando fin qui limitati scampoli di match. Anche in questo settore, quindi, ci sono margini di crescita ancora inesplorati.