Martedì 09 Dicembre 2025 | 18:25

Lecce, da Cremona motivi di riflessione

Lecce, da Cremona motivi di riflessione

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Lecce, da Cremona motivi di riflessione

Di Francesco ed il suo staff hanno tanto da lavorare, in quanto la solidità nella fase di non possesso spesso mostrata dal Lecce dalla sfida con il Bologna in poi non è sufficiente se non viene coniugata con una maggiore pericolosità offensiva

Martedì 09 Dicembre 2025, 15:25

Il problema del Lecce è il solito e lo hanno rimarcato, a margine della gara persa a Cremona, con parole simili, sia il presidente Sticchi Damiani che il tecnico Di Francesco: non si può tenere il pallino del gioco per l’intero primo tempo, nel quale non è stato corso nemmeno un rischio in fase di non possesso, senza riuscire a trovare il modo di «buttare» la sfera in fondo alla porta avversaria.

La formazione salentina stenta a creare e se, come allo «Zini», quando dopo nemmeno due minuti, grazie ad una stupenda giocata di Berisha, si procura una colossale opportunità e Stulic la sciupa clamorosamente da due passi, «ciabattando» il pallone fuori dallo specchio, allora il problema è molto serio.

Ma qui, a dispetto della frustrazione dei tifosi, ha ragione Di Francesco: il serbo, Camarda e gli altri calciatori giallorossi vanno solo supportati perché, come ripete spesso Sticchi Damiani, se ci si salva ci si salva uniti e compatti, non «sfilacciandosi» e puntando l’indice su questo o su quello. Tanto più che la bagarre-salvezza coinvolge numerose formazioni e tutte palesano, chi più chi meno, evidenti problematiche.

Piuttosto, da tempo Di Francesco rimarca che il Lecce debba compiere un salto di livello sul piano della qualità delle scelte negli ultimi venti metri, ma perché ciò avvenga è necessario che i vari interpreti facciano dei passi avanti nel proprio modo di giocare. A tale proposito, però, è lecito chiedersi quali siano i reali margini di crescita dei calciatori, se troppo spesso commettono i medesimi errori, dimostrando di non avere fatto tesoro di quelli precedenti. O sino a che punto le scelte tattiche possano sopperire a determinate carenze.

Ad oggi, l’unico che si è fatto apprezzare con una certa continuità in fase di possesso, prendendo parte, con 2 reti e 3 assist, alla metà della produzione offensiva del collettivo, ma anche mettendo in mostra giocate interessanti sul piano della cifra tecnica, è stato Berisha.

Insomma, Di Francesco ed il suo staff hanno tanto da lavorare, in quanto la solidità nella fase di non possesso spesso mostrata dal Lecce dalla sfida con il Bologna in poi non è sufficiente se non viene coniugata con una maggiore pericolosità offensiva.

Al contempo, saranno fondamentali le riflessioni del responsabile dell’area tecnica Corvino e del direttore sportivo Trinchera, ma anche della società (dal punto di vista della fattibilità economica), riflessioni che saranno senz’altro già in atto, in vista della finestra di mercato di gennaio che, pur complicatissima, potrebbe permettere uno o due innesti mirati in base alle necessità, ma di elementi che già conoscano il calcio italiano e non abbiano la necessità di adattarsi. A tal proposito, pare che il responsabile dell’area tecnica giallorossa abbia già individuato un attaccante da portare in Salento.

Un altro aspetto che va messo a punto è quello della tenuta mentale una volta incassato il gol. A Cremona, dopo il penalty trasformato da Bonazzoli, il Lecce non è stato più in grado di produrre qualcosa in proiezione offensiva. Non una azione degna di nota. Eppure la rete dell’1-0 è arrivata in avvio di ripresa e ci sarebbe stato tutto il tempo per tentare di acciuffare la parità.

Questa è un’altra lezione dalla quale non si può prescindere: la quarta salvezza consecutiva sarà possibile solo a patto che il Lecce tenga botta con determinazione, cattiveria agonistica, convinzione, intensità ed attenzione dal primo all’ultimo minuto di ciascun match. L’unica strada a disposizione di un team che ha la necessità di mascherare i propri limiti, esaltando qualche pregio, è quella di non mollare mai, di crederci sempre e comunque.

La Cremonese, però, fa già parte del passato. La partita persa contro i grigiorossi va tenuta presente solo per quanto ha insegnato. I riflettori sono già puntati sul prossimo confronto casalingo contro il Pisa, in cartellone venerdì, alle 20,45.

La sfida contro i toscani ha una valenza notevole, in quanto si tratta di uno scontro diretto, ma anche perché precede un ciclo di fuoco nel quale Falcone e compagni dovranno vedersela solo con compagini che lottano nelle alte sfere della graduatoria.

La squadra salentina è tornata a lavorare nella mattinata di ieri dopo essere rientrata la sera precedente da Cremona. L’obiettivo, da qui a venerdì, dovrà essere quello di resettare ogni cosa e sfoderare una prestazione sopra le righe, con la consapevolezza di potere contare sulla spinta calorosa del «Via del Mare». Anche allo «Zini», del resto, la passione dei tifosi giallorossi è stata smisurata ed è un peccato che non sia stata premiata da un risultato positivo.

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