Nella sua carriera, Paolo Baldieri ha indossato diverse maglie, ma le due squadre con le quali ha giocato di più e con le quali ha ottenuto le soddisfazioni maggiori sono state il Lecce (dal 1991/1992 al 1994/1995, con 29 presenze in A, 87 in B e 8 in Coppa Italia, con 7 reti in massima serie e 13 tra i cadetti) ed il Pisa (1984/1985 e 1985/1986, la prima stagione in B e la seconda in A), le due formazioni che venerdì, alle 20.45, si sfideranno al «Via del Mare».
«Sono due piazze che ho profondamente nel cuore - afferma l’ex attaccante - A Pisa avevo 18 anni. Sono stato trattato come un figlio, il che a quell’età è fondamentale. In nerazzurro ho ottenuto successi importanti, dei quali serbo ricordi splendidi. A Lecce ho vissuto l’ultima tappa di rilievo della mia carriera. Ero oramai un calciatore maturo. In giallorosso ho conquistato una promozione. Mi sono cimentato ancora in massima serie. Mi sono trovato tanto bene da stabilirmici una volta appese le scarpe al chiodo e ci vivo ancora».
La sfida di venerdì avrà una valenza notevole per entrambe le compagini, in quanto quella salentina è quart’ultima a quota 13, mentre quella toscana è terz’ultima con tre punti di ritardo. Il complesso allenato da Eusebio Di Francesco è reduce dalla sconfitta (per 2-0) rimediata a Cremona, mentre quello diretto da Alberto Gilardino viene dallo scivolone interno, ancora più grave, maturato nel confronto con il Parma (0-1). «Pur non trattandosi di un’ultima spiaggia, i tratta di una partita “tosta” per il Lecce come per il Pisa - sottolinea Baldieri - Nessuna delle due può permettersi di perdere ed entrambe avrebbero bisogno di vincere perché questo sarebbe l’unico modo per compiere un salto in avanti significativo in graduatoria».
L’ex calciatore capitolino ha seguito in televisione i due incontri: «Falcone e compagni hanno disputato un buon primo tempo. Peccato che non abbiano sbloccato il risultato. Nella ripresa, dopo il rigore con il quale la Cremonese si è portata sull’1-0, sono crollati. Non so se si sia trattato di un problema fisico o mentale. Team come il Lecce, per fare bene in A, hanno sempre la necessità di dare il centodieci per cento, il che non è semplice. Capita di avere un calo di tensione e si paga. Il Pisa, contro il Parma, ha disputato la sua peggiore gara tra quelle sin qui passate in archivio. Non è riuscito a mettere in mostra le sue doti migliori ed il complesso emiliano ne ha approfittato».
Giallorossi e nerazzurri sono, con 10 gol realizzati, insieme al Parma, i meno prolifici in quanto a reti messe a segno: «È il comune denominatore tra i due schieramenti, che hanno alcune similitudini anche per il modo di stare in campo, di portare spesso il pressing alto per cercare di recuperare la sfera nella trequarti avversaria. Il Lecce dovrà stare bene attento in quanto sino ad oggi il Pisa si è comportato molto meglio in trasferta, dove riesce ad essere di gran lunga più sbarazzino, che tra le mura amiche. In campo avverso, la formazione toscana è assai pericolosa».
Nella squadra salentina, i centravanti Nikola Stulic e Francesco Camarda hanno realizzato un gol in due. Con la differenza che sin qui l’ex Milan è stato impiegato molto meno del serbo, che a Cremona si è «mangiato» una rete clamorosa: «Ero una seconda punta e non segnavo molto. Preferivo mettere gli altri nelle condizioni di fare “centro”. Ma anch’io ho attraversato dei periodi nei quali non ne imbroccavo una. Se Di Francesco e la società credono in Stulic è giusto che vada in campo. È stato ingaggiato e quindi nella propria carriera avrà dimostrato di avere dei numeri. Bisogna auspicare, per il bene del Lecce, che riesca ad esprimerli quanto prima. La cosa che non comprendo è perché, quando il risultato è favorevole agli avversari, almeno negli ultimi 20’-25’, Camarda non venga impiegato accanto a lui invece che al suo posto. Possibile che la squadra non riesca a supportare due attaccanti centrali per un tempo limitato. E comunque perdere per 1-0 o per 2-0 cambierebbe poco».
La chiosa finale è su quelli che potrebbero essere gli uomini-chiave del match di venerdì: «Nel Lecce, Berisha sta dimostrando di essere in grado di esprimere giocate di qualità che troppo spesso mancano agli altri giallorossi, mentre Ramadani e Coulibaly garantiscono solidità. Nel Pisa, Tourè ha gamba e, se in giornata, sulla fascia di competenza, può essere un “fattore”. Inoltre, Meister, la punta centrale, è “tignoso” perché pressa, difende bene la palla e non si fa anticipare».
















