Chi può dimenticare il volto di Edward con quelle mani dannate di forbice, (1990) in cui luce e oscurità sembravano convivere, ma nello stesso tempo combattere quell’ eterna ancestrale lotta tra il bene e il male. L’iconica modernità di un Batman che ha fatto la storia (1989), o gli interrogativi di Alice in Wonderland (2010), che più che porre una domanda sembravano suggerire inquiete risposte. Sono solo alcuni dei grandi capolavori cinematografici del noto regista Tim Burton, che presenta a Milano fino al 9 marzo un vero e proprio labirinto espositivo legato al suo percorso artistico.
La mostra Tim Burton’s Labyrinth, alla Fabbrica del Vapore di Milano invita i visitatori a immergersi nel mondo intricato e affascinante del regista, tra opere d’arte come scenografie ambientali e oltre 150 schizzi e disegni originali. Il materiale visivo spazia dalle prime bozze alle sequenze animate realizzate durante la sua carriera, all’insegna di uno stile unico e immediatamente riconoscibile. Un’occasione importante per esplorare la sua intera produzione da artista poliedrico: regista, illustratore, pittore, scrittore, sceneggiatore e fotografo, attraverso percorsi personalizzabili con oltre 300 possibili itinerari.
Nell’universo Immaginifico di Burton sembra palesarsi costantemente un dialogo tra immagini forti a livello visivo ed impattanti a livello emotivo, da cui scaturiscono, tramite il grottesco e l’assurdo, riflessioni inattese ma sconcertanti, che sanno riflettere dialetticamente la società che ci circonda. il progetto espositivo (già itinerante in diverse città europee) permette infatti di addentrarsi in prima persona in questo surreale e intricato labirinto, trasformato in un percorso interattivo, che si presenta come un’esperienza tangibile, travalicando i confini di una retorica celebrativa. Tra stanze isolate, corridoi che sembrano spazi collocati al di fuori dall’arco temporale, e percorsi che il visitatore può decidere di personalizzare, scegliendo fra oltre trecento possibilità, si viene a creare una sorta di nuova prospettiva in cui anche lo spettatore mette del suo.
Ogni singola scelta offre una visione differente sull’immaginario gotico e surreale che ha reso Burton un maestro riconosciuto a livello planetario. La mostra è strutturata in maniera tale che il visitatore non solo possa ammirare le prime bozze dei suoi film iconici, ma venga letteralmente chiamato ad interagire con i mondi da lui creati. Effetti di videomapping, scenografie ambientali e personaggi a grandezza naturale fanno da cornice a un viaggio che mescola cinema, sogno, arte visiva e performance. Ogni angolo del labirinto richiama i temi ricorrenti dell’opera burtoniana: il tema della solitudine dei suoi personaggi, il fascino del bizzarro, specchio dei nostri tempi, la scelta obbligata tra bene e male, caratteristica del mondo occidentale.
Non mancano poi i suoi iconici protagonisti, tratti da pellicole indimenticabili, che hanno affascinato (e inquietato) più di una generazione: a partire dai capolavori degli anni Ottanta, fino all’ultima e più moderna serie televisiva.