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Vaccini anti-Covid: dalla regione Puglia serve più chiarezza

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Vaccini anti-Covid: dalla regione Puglia serve più chiarezza

Caso di scuola per la sua particolare situazione: l’asserita bassa adesione del personale sanitario alla fase-1 delle vaccinazioni sta infatti creando profonda amarezza tra gli addetti ai lavori

Domenica 03 Gennaio 2021, 12:01

I vaccini sono in questo momento «il» tema scientifico per eccellenza. Un tema che per l’emergenza covid assume, di nuovo, forte valenza politica. Il dibattito intorno all’obbligatorietà, che già ha spaccato l’Italia ai tempi del decreto Lorenzin, torna infatti a dividere il Paese in una contrapposizione che ha quasi perso ogni aggancio con i motivi della scienza ed ha assunto valore soprattutto ideologico.
È in questo contesto che la Puglia, ancora una volta, si ritrova a essere un caso di scuola per la sua particolare situazione: l’asserita bassa adesione del personale sanitario alla fase-1 delle vaccinazioni sta infatti creando profonda amarezza tra gli addetti ai lavori.

Ne è infatti emersa un’immagine parzialmente esagerata degli uomini e delle donne che si occupano di garantire la salute durante l’emergenza: lo «scetticismo» degli operatori pugliesi non è infatti più alto o più basso rispetto a quello che si registra nel resto d’Italia. Ma è apparso abnorme anche per via, anzi soprattutto per via, di scelte politiche (e comunicative) della Regione che hanno creato confusione e disorientamento.

In Puglia un regolamento molto propagandato ha infatti imposto l’obbligo di vaccinazione anti-influenzale a carico degli operatori sanitari. La giustizia amministrativa ha stabilito che quell’obbligo, contestato da una parte degli infermieri, è legittimo in quanto giustificato dalla necessità di tutelare la salute degli operatori che sono prima di tutto dipendenti pubblici: l’influenza è un rischio anche per loro stessi prima che per i loro pazienti. Ebbene, ci si aspetterebbe che l’identico schema venisse applicato anche al vaccino anti-covid. Ma non è andata così.
Il risultato è che una parte degli operatori si sta interrogando su questa incongruenza. È infatti legittimo chiedersi il perché della non-scelta da parte del decisore politico: è figlia di una valutazione di opportunità, oppure – come alcuni temono – di qualche tipo di scetticismo sull’efficacia della vaccinazione anti-covid? Detto in altri termini: il vaccino anti-influenzale è per caso più sicuro di quello anti-covid?

È un dubbio che scientificamente non ha pregio: la sicurezza dei vaccini non è in discussione. Ma – e veniamo alle scelte comunicative – nessuno si è preso il disturbo di spiegare agli operatori sanitari pugliesi il perché delle contrastanti decisioni «politiche» sull’obbligatorietà, né tantomeno di quelle – altrettanto controproducenti – sulla «prenotazione» del vaccino: nel momento in cui la Regione ha diviso gli operatori in quattro fasce di rischio, e sta procedendo a convocarli tutti (prenotazione o no) per vaccinarsi partendo da quelli più esposti, farli «prenotare» è servito solo a esporne dubbi e scetticismo.
La Puglia ha la fortuna di avere come assessore alla Salute il professor Pier Luigi Lopalco che è uno dei maggiori esperti europei di politiche vaccinali: Lopalco per anni ha gestito un sito in cui rispondeva (gratis) ai dubbi delle madri ed è uno degli obiettivi preferiti della rabbia oscurantista degli antivax. Ma la Puglia ha anche l’unico presidente di Regione che ai tempi del decreto Lorenzin convocò gli antivaccinisti per promettere loro il supporto dell’Avvocatura nel ricorso contro l’obbligo vaccinale, parlando senza mezzi termini di «scelta sbagliata», e decidendo di non votare l’ordine del giorno con cui il Consiglio regionale provò a mandare un segnale forte, condiviso anche dall’opposizione.

Gli esempi contraddittori non aiutano la chiarezza e creano smarrimento, esponendo il sistema sanitario a ingiustificate tensioni. Sarebbe troppo chiedere – per cominciare - che Emiliano dica come la pensa davvero, e magari che offra un segnale e si vaccini? Solo così gli alibi di chi oggi nicchia verrebbero finalmente meno.

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