Sabato 06 Settembre 2025 | 18:37

Il Signor Acciuga e l'amico ritrovato

 
Silvio Perrella

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Silvio Perrella

Sedersi a guardare tra passi e soprabiti

Uno vicino all'altro parlano e sembra che entrambi siano contenti di farlo e di apparire l'uno nello sguardo dell'altro

Giovedì 23 Marzo 2023, 10:35

Il signor Acciuga vorrebbe fondare una singola scienza per ogni singolo oggetto.
Non è che lui abbia chissà quali mire speculative, ma semplicemente ha scoperto che, a seconda della panchina in cui risiede per il tempo che gli è necessario ad osservare, gli scenari cambiano.
Sarà che nei giorni scorsi ha incontrato il signor Palomar e la pulviscolare percettività di quella persona gli hanno lasciato un formicolìo di nuove attenzioni.
Però non è che Acciuga e Palomar si sono detti chissà cosa; sono stati soprattutto in silenzio (divinità davanti alla quale Palomar ama genuflettersi); però la loro vicinanza, lo sfiorarsi, il mettere gli occhi per attimi nella stessa direzione li ha vicendevolmente confortati.
Fondare una scienza per ogni singolo oggetto significa per il signor Acciuga fare la sua rivolta individuale contro le generalizzazioni.
Gli è venuto a noia ogni pensiero che non sia ancorato a una fonte.
Che bello, pensa, quando ciò che dici può essere passato al vaglio della verifica e tu stesso, prima di avventurarti in falsità dietro falsità, puoi retrocedere e correggere e dare la giusta traiettoria alle parole al loro ritmo al loro sperare in un ancoraggio che significa sposare il coraggio della realtà.
Ma cosa sia il reale sfugge a chiunque; figurarsi a un anfibio come lui.
Su questo aspetto il signor Palomar ha annuito con gli occhi, come a volergli dire: vai per le tue strade incerte, a volte scivolose di gocce improvvise, usa la stratificazione imperfetta dei tuoi sensi, sii pesce ed uomo contemporaneamente.
La panchina sulla quale il signor Acciuga è seduto è molto vicina a una Funicolare.
Le persone vanno e vengono; attraversano la soglia tra il dentro e il fuori e viceversa.
E se stanno per intraprendere il breve viaggio sono intente a cercare il biglietto nelle tasche o nei portafogli o nei meandri delle giubbe; e se invece sono approdati alla meta, escono guardandosi intorno come a voler riposizionare gli occhi o solo nell’intento di cercare qualcuno che forse li aspetta o forse hanno visto adesso e all’istante gli è venuta voglia di raggiungerlo, di affiancarlo e di fare qualche passo insieme a ritmo di comunella benefica ma rara, sempre più rara, rarissima.
Mentre il signor Acciuga guarda, si avvicina alla sua panchina un uomo di mezz’età che però sembra un bambino; ha un cane che, pur stando con lui, sembra inseguire qualche sua svagatezza.
Il signor Acciuga lo riconosce subito, anche se non saprebbe pronunciare il suo nome.
Seduti uno vicino all’altro parlano e sembra che entrambi siano contenti di farlo e di apparire l’uno nello sguardo dell’altro.
L’uomo di mezz’età ha una barba che gli annuvola il viso e dà l’idea che sia lì solo di passaggio; ogni pelo è come se si scusasse di crescere su un viso che è ancora quello di un bambino.
Il signor Acciuga si sofferma sui suoi occhi chiari che insieme guardano e insieme fuggono.
-Tu abiti qui, vero?
E indica le sue spalle.
-Sì, abito nel palazzo della Funicolare.
- E quando i vagoncini sono in azione il movimento si trasmette a tutto l’edificio?
- Non saprei dire se a tutto l’edificio, ma certamente alla stanza dove colleziono immagini.
- Ricordavo della tua passione per le immagini.
- Negli ultimi tempi però le ho lasciate sole.
- E perché?
L’uomo-bambino non risponde niente di preciso, ma il signor Acciuga capisce che anche lui sta difendendosi da qualcosa e per farlo deve camminare a lungo insieme al cane, prima di tornare a casa; e adesso che è così vicino alla stanza delle immagini prende respiro parlando con un amico seduto in punta in punta su una panchina che non aveva mai notato prima.
La mente del signor Acciuga, mentre osserva e ascolta il suo amico ritrovato, prova a fondare una scienza che lo riguarda.
Il fatto che non ricordi il suo nome lo induce a partire da zero; a risituare quello che sa di lui nell’attimo solo un po’ prolungato dell’incontro; a fare dei suoi occhi materia di percezione; a stabilire cosa lo leghi al suo cane; a sbarbarlo con l’immaginazione; a regalargli il sorriso franco che gli si è nascosto dietro i denti.
E mentre lo fa sente una goccia attraversagli le squame.

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Silvio Perrella

La Panchina

Biografia:

La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Attraverso le parole di Silvio Perrella facciamo un viaggio nel tempo nei luoghi del cuore che profumano di Meridione e Sud.

Silvio Perrella

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