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L’universo acquatico è culla di emozioni

 
Silvio Perrella

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Silvio Perrella

Sedersi a guardare tra passi e soprabiti

Un viaggio immaginario tra silenzi e masse umide. Mentre si smarrisce il senso della realtà «terrena»

Giovedì 09 Novembre 2023, 10:04

Il suono si allontana mentre si avvicina; porta con sé il ricordo del cammino fatto, del suo scivolare da un ramo o da un piano inclinato; e quando atterra il signor Acciuga lo ascolta come un segnale che lo riguarda e che ha in sé l’essere vicinissimo e lo svanire nel vago nel nulla nell’indistinto.
Sarà una goccia alla quale ne seguirà un’altra; una goccia che tocca la superficie dell’acqua e si fa acqua nell’acqua, liquido sinuoso, ondulato, smosso dai gesti minimi che Acciuga fa per stabilizzarsi nella sua panchina subacquea.
Nel laggiù equoreo i suoni è come se si aprissero, diventando note che hanno nella pancia altre note; e Acciuga non ha bisogno di guardarle per sapere che ci sono; basta che presti ascolto; e che traduca i suoni in stimoli per cercare quel che si trova solo per caso, come una rima che si fa strada alla fine di un verso e si appende proprio lì e dondola e cerca la sua stabilità sillabica aspettando che alla fine di un altro verso succeda qualcosa di omologo o di simile; qualcosa che faccia somma e insieme sottrazione; come il suono che si allontana mentre si avvicina.
Il signor Acciuga fa il pesce laggiù; rimette in sesto le branchie e la bocca gli si muove come un palloncino che si gonfia e si sgonfia.
Avere tanta acqua sopra la testa lo fa star bene; è vero che, rispetto ai tempi in cui era solo un pesce, i suoi simili sono così diminuiti di numero che fare incontri è difficile; però il mare è sempre il mare, un’alcova dove fantasticare di amori infiniti mentre lassù ci si sbrana a vicenda e il sangue scorre sui selciati e i missili speronano cuori e polmoni e fanno saltare in aria gli occhi e gli sguardi, per non dire delle orecchie traumatizzate dagli scoppi e dalle detonazioni.
Le orecchie del signor Acciuga tengono l’acqua fuori di sé pur essendone piene; lo spazio per l’ascolto è come un sentiero che permette ai suoni di scendere negli anfratti dei labirinti auricolari e di propagarsi come notizie diffuse da giovani strilloni agli angoli delle strade.
Il signor Acciuga si distende sulla sua panchina, la testa sulla poppa, le pinne sulla prua e sembra che stia per addormentarsi; e invece è solo un modo di meglio osservare i suoni che vengono da lassù; osservare con esattezza la partitura musicale come avviene con una costellazione alzando gli occhi al cielo.
Non tutti, è vero, riescono a vedere i suoni; ma da qui, facendo esercizi di attenzione auditiva, al signor Acciuga capita che un suono-goccia gli si riveli come una scia, un millimetrato movimento che lascia nell’acqua un particolare sapore.
Vista udito e gusto si uniscono in lui per lasciare transitare una molecola di sapere; che scende fin laggiù; e che sale quando deve salire; e che c’è e che non c’è; e che sta all’immaginazione di Acciuga mettere al mondoo o lasciarla nel sonno dell’impercepito.
I suoni nati nell’aria, nel fuori, quando si versano nel dentro, nell’acqua, è come se avessero bisogno di una traduzione, di un sospingimento verso una loro nuova realizzazione; e il signor Acciuga, che di recente è abitato da pensieri densi di strappi di ferite di traumi, se ne sta in ascolto per versarsi nella mente un’ariosità che l’aria di lassù non ha più; o ha smarrito; o chissacosa.
I suoni sono udito fatto compimento e coinvolgimento; udito che ascolta l’essenziale; e che sa discernere quale misura il silenzio abbia in ogni vibratile emissione di sostanza sonora.
La massa d’acqua preme sugli occhi di Acciuga come sulle sue orecchie; ma sa come non fargli male; non è esattamente una carezza ma neanche uno schiaffo; e quel che sta per accadere non è raccontabile perché accade fuori dal linguaggio dell’alfabeto; è un patto, forse una stretta di mano, forse anche un ammicco, o solamente un’armonia che si dispiega sott’acqua e fa delle bollicine che invece di salire scendono pianissimo e si versano nei sensi desti di Acciuga.
Quel che avviene avviene fuori dal perimetro della pagina; non entra a far parte di un libro, né di un film; è semplicemente un esperimento che si deposita sulle squame di Acciuga e le rende squillanti come carta da musica appena composta.

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Silvio Perrella

La Panchina

Biografia:

La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Attraverso le parole di Silvio Perrella facciamo un viaggio nel tempo nei luoghi del cuore che profumano di Meridione e Sud.

Silvio Perrella

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