Il signor Acciuga lo sa che il clandestino del sale vive a Palermo in fondo a una strada diritta che quando finisce si divide in due e da lì la città s’avventura nei chissàdove opposti di se stessa.
Occhi cerulei, baffoni da normanno, capelli attorcigliati e sbarazzini, un sigaro spento a pendergli dalle labbra, spesso appoggiato a un muretto ad ascoltare a sguardo spento il curvare di un autobus, il friggere del panellaro vicino, il passare di un signore con le scarpe nuove.
Il signor Acciuga sa anche che per lui c’è sempre pronta una panchina un po’ mal messa ma ancora abitabile dalle sue terga.
Il normanno di Palermo, i sacchetti del sale li tiene su una carrozzina alta, esposti al sole e alla pioggia, pronti a finire nelle borse di signore che se li portano a casa sicure di poter dar sapore ai loro cibi e che quel sapore viene direttamente dallo Stagnone di Marsala.
Da quanti anni faccia questo suo mestiere di salare la vita altrui non è facile da sapere, perché l’uomo del sale non ama parlare di sé e se lo fa lo fa raramente e per brevi sprazzi per poi tornare a un silenzio che è il rovescio di un ascolto continuo e variegato e molteplice e soprattutto radicale.
Al signor Acciuga le persone che se ne stanno in silenzio piacciono molto; gli sembra che affidino al mondo circostante una possibilità che il continuo vociare invece uccide, spappolando l’udito e facendone una zuppa esplosa e indigesta.
È inutile dire che il sale è una medicina per le sue giunture, messe alla prova di avventure e torsioni e mutamenti di passo e nottate passate all’addiaccio.
Il normanno di Palermo conserva nella parte inferiore della carrozzina alcuni sacchetti di un sale che possiede un luccichio inesausto e segreto.
Li tiene lì per il suo amico anfibio; per questo signor magrissimo che ha un naso affilato che ascolta olfattivamente ogni cosa e di ogni cosa saprebbe riprodurre la formula chimica se solo lo volesse.
In realtà sia ad Acciuga sia all’uomo del sale le formule piace tenerle nell’ombra; loro preferiscono quel che viene prima e quel che succede dopo alla stasi definitoria, all’algebra che si fa versetto e dunque tentativo di legge.
Entrambi invece fanno della loro inclassificabilità uno stato di perenne ricerca, un transito che si attua anche da fermi; come capita al normanno di Palermo che quasi da sempre occupa lo stesso posto.
Eppure questo posto, questo centimetro quadro di mondo suggerisce una variazione continua, una sorta di fuga musicale che viene eseguita in fondo a questa strada diritta che finisce dividendosi in due e facendo di se stessa un esperimento urbano.
La panchina arrugginita del signor Acciuga è un elemento di questa fuga; un elemento che compare e scompare a seconda delle stagioni; e quando non c’è significa che l’uomo del sale l’ha nascosta perché sa che presto dovrà servire ad accogliere il suo amico che fa ritorno dalle più disparate avventure.
All’angolo si aprono le porte dell’autobus e scendono i viandanti e alcuni di loro si fermano a comprare il sale prima di rimettere piede a casa; e lo sanno che il normanno di Palermo e il signor Acciuga non vanno disturbati quando hanno gli occhi chiusi e ascoltano; e quindi prendono il sacchetto dalla carrozzina e lasciano la moneta sul bordo sinistro a luccicare nell’aria.
Anche il sale spalmato sulle giunture di Acciuga luccica e sembra che faccia musica chiara, abbacinante, lussuriosa, manna per le orecchie di chi sa ascoltare.
Il sale è stato prima preparato dall’uomo che ben lo conosce e che con lui convive da così tanto tempo, usando un po’ d’acqua e una salsina bianca che forse è qualcosa di simile a una colla o a una polverina di marmo che forse è la stessa che usava Giacomo Serpotta per i suoi angeli picciottelli.
Non lontano da questa strada diritta, dove Acciuga e il Normanno celebrano la loro amicizia muta, ci sono oratori che conservano le opere scultoree di Giacomo; e anche lui come amava il bianco che si fa strada nel bianco; e come in quel fluire di energia primaria trovava la forza di fare esistere mondi dove la parola è inessenziale e tutto è ascolto.

Eppure questo centimetro quadro di mondo suggerisce una variazione continua, una sorta di fuga musicale
Giovedì 16 Novembre 2023, 10:05
Biografia:
La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Attraverso le parole di Silvio Perrella facciamo un viaggio nel tempo nei luoghi del cuore che profumano di Meridione e Sud.
Silvio Perrella
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