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Quel suono d'acqua madre del mondo

 
Silvio Perrella

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Silvio Perrella

Sedersi a guardare tra passi e soprabiti

È uno scorrere che lo sospinge e lo ingloba e poi lo lascia andare fino a farlo tornare nella sua natura anfibia

Giovedì 28 Dicembre 2023, 09:57

Ben si sa che il signor Acciuga fu pescato nel mare Egeo da un monaco ortodosso che se ne fece padre, sia pure temporaneo.
Molto men si conosce la madre o la mamma, come lui ha sempre compitato tra sé e sé.
Fatto in gran parte d’acqua il suo corpo ha preso forma fuori da ogni regola, ma sempre in combutta con l’universo e le sue fonti ruscellanti.
Quando qualcosa nel corpo della mamma non va, il signor Acciuga ne è avvertito proprio da suoni d’acqua che invece di distendersi in corsi e curve ed andare fluenti si contraggono in gore in pozzanghere scure in fossi dove anche l’ultima anguilla tende alla fuga.
Succede così che Acciuga senta nel suo cuore la responsabilità della risalita.
Accompagnato dai salmoni, allora fa delle correnti a suo sfavore un boomerang acqueo.
Così quando queste correnti gli arrivano sul petto per tenerlo lontano dall’origine materna se le fa girare intorno e le usa come energia vitaminica come traduzione come inversione istantanea di polarità.
Nel risalire si spoglia di ogni inessenzialità; si fa ancora più magro del solito; e usa il naso come bussola.
Finché non avverte di essere arrivato a una soglia; e questa soglia sta lì ad indicare il confine tra il fuori e il dentro del corpo materno.
Lui, come Giona nella Balena, si fa navigatore di visceri; ne mappa la consistenza labirintica; si ferma a riequilibrare le parti; scioglie le incrostrazioni.
C’è una via che conduce dal labirinto viscerale a quello mentale; Acciuga ogni volta deve intuirla e percorrerla; e può farlo solo se aziona il suo antichissimo radar intuitivo.
Non ci sono mappe da poter consultare; solo l’abbandono attivo può guidarlo verso la risalita fertile e guaritiva.
Lui si dimentica di lui mentre il processo del riconoscimento si attiva; la sua acqua e l’acqua materna tornano al contatto dentro il quale si sono generati entrambi in quella relazione originaria che non ha parole per essere detta ma può solo essere riconosciuta.
È come un bacio, quando le labbra si congiungono alle labbra; e si sente la saliva farsi una; e la lingua delle bocche parla la lingua del pensiero in un unisono ad ultrasuoni.
Il signor Acciuga ausculta il corpo della madre, della sua mamma che è anche la mamma del mondo, e sa dove deve fermarsi a risanarlo.
Sa che lo deve fare quasi con rapida noncuranza, senza doverci pensare a lungo, compiendo gesti semplici e netti, acqua che si congiunge con acqua e che lascia defluire le sostanze terree e affoganti e che sa come metterle in piccole sacche da riportare indietro e che una volta tornato alla panchina del riposo possono essere accese in falò depuranti.
La strada si apre e il cammino di Acciuga prosegue senza intoppi e ogni organo è simile ad organo che, dopo essere stato accordato a puntino, suona la sua musica senza stonature.
Gore, pozzanghere scure e fosse scompaiono man mano; il corpo della madre è «apritisesamo» che consente la via d’uscita al momento giusto, quando il lavoro è ben compiuto e il respiro è tornato a fluire e la casa aspetta la mamma e i suoi andirivieni solitari, i suoi sonni e i suoi risvegli.
Della sua origine materna Acciuga non saprebbe dire un granché; nulla che possa transitare in parole o in costrutti.
Per lui la mamma è un suono d’acqua che sa riconoscere e distinguere da qualunque altro; è uno scorrere che lo sospinge e lo ingloba e poi lo lascia andare fino a farlo tornare nella sua natura anfibia di essere molteplice dove le squame e la pelle convivono e dove le pinne s’infilano in scarpe fatte apposta per lui.
Quando torna alla sua panchina, che questa volta si trova alla foce del fiume che sgorga in mare, il suo riposo lo sposa a un sonno dove ogni organo del suo corpo entra in letargo in un processo di autorigenazione pullulante.
Nel chiudersi, i suoi occhi stranieri avvertono la presenza di un pesce che di sicuro ha un nome; un nome fatto di sostanza liquida; è un pesce che passa dall’acqua dolce del fiume all’acqua salata del mare e sembra fare ciao con la coda.
Le squame di Acciuga vibrano e si illuminano, come quando a una domanda ben posta segue la risposta esatta, esattissima, l’unica e sola.

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Silvio Perrella

La Panchina

Biografia:

La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole. Attraverso le parole di Silvio Perrella facciamo un viaggio nel tempo nei luoghi del cuore che profumano di Meridione e Sud.

Silvio Perrella

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