Sabato 06 Settembre 2025 | 12:49

La Matera lunatica al centro del corteggiamento elettorale in attesa di un vero rilancio

 
Mariateresa Cascino

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Mariateresa Cascino

La Matera lunatica al centro del corteggiamento elettorale in attesa di un vero rilancio

Passeggiando per Matera e pensando ai suoi recenti trascorsi, tra la secchezza relazionale e i cambi d’umore repentini che serpeggiano, me la sono immaginata come una matrona in menopausa.

Domenica 27 Aprile 2025, 12:00

Passeggiando per Matera e pensando ai suoi recenti trascorsi, tra la secchezza relazionale e i cambi d’umore repentini che serpeggiano, me la sono immaginata come una matrona in menopausa. La signora delle gravine, la nonna cool del meridione, dal clima torrido e con l’umidità che ti si appiccica ai pensieri, dopo anni di silenzio e di pietra addosso, adesso ha deciso che parla solo se ha voglia. E magari urla pure. Una volta era umile, “vergognosa“, tutta scavata nel tufo e nei secoli. Adesso si trucca con luci a LED, si mette il tacco 12 e ti guarda dall’alto della sua resilienza geologica come a dire: “Sono vecchia? No, sono vintage. E ti piaccio lo stesso.” Ha avuto il suo momento di gloria nel 2019 come Capitale Europea della Cultura e da allora è entrata nella fase “io valgo.” Ha le vampate ogni estate, certo, ma chi non ne avrebbe con 42 gradi e un turista tedesco che chiede dov’è il McDonald’s?

Si sventola col programma del prossimo evento culturale e ti offre una granita al fico d’India con la stessa grazia con cui lancia un proverbio lucano in faccia a un influencer. Matera è la donna che ha già dato: ha partorito civiltà rupestri, ha allevato storici, poeti, pastori e registi neorealisti. Ora ha deciso che si prende del tempo per sé. Si evolve a ritmo lento, con la dignità di chi ha capito che il silenzio è un diritto acquisito, e che se vuoi fotografarla, devi farlo con rispetto, altrimenti ti restituisce solo il controluce. Non sopporta più i giudizi: se una casa grotta le piace, la fa ristrutturare. Se non le va, l’abbandona con charme. Consente i selfie solo a chi conosce la parola “palombaro“, e se non ti piace il pane a cornetto, ti manda direttamente ad Altamura. Ha amici internazionali, ma ha mantenuto la schiettezza di una che, se ti vede con i sandali coi calzini, ti guarda male e basta.

E adesso, come se non bastasse, siamo in campagna elettorale. E la nostra Matera-lunatica si ritrova al centro dell’ennesimo corteggiamento elettorale, come una vedova di fascino antico che tutti vogliono sposare solo per ereditarne il patrimonio buono. I candidati le girano intorno in cerca di una pensione sicura. Le offrono “rinascite”, “rilanci”, “visioni strategiche” e “piani di sviluppo sostenibile” con l’entusiasmo di chi ha appena scoperto PowerPoint. Ma Matera li scruta con lo sguardo di chi ha già visto imperi alzarsi e crollare, festival aprire e chiudere, assessori nominarsi da soli. In conclusione: Matera si sente come una donna in menopausa, sì. Ma è quella che quando parla, tutti zitti. Quando si arrabbia, frana una collina. E quando ama, ti regala un’alba mozzafiato sui tufi millenari e ti fa sentire piccolo, ma vivo. E se ancora non l’hai compresa, probabilmente sei troppo giovane per capirla. Oppure sei di Potenza.

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