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Se la realtà «parallela» irrompe nella vita vera

 
Erica Mou

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Erica Mou

Se la realtà «parallela» irrompe nella vita vera

La tragedia di Roma addolora tutti ed è l’ennesimo promemoria del fatto che solo ciò che accade veramente, conta

Domenica 18 Giugno 2023, 12:38

La realtà parallela dei social, quella che corre su un binario differente rispetto alla realtà della nostra vita. Quella in cui ci sentiamo in compagnia pur essendo soli, smussiamo gli angoli alla tristezza, ai difetti del nostro corpo, esasperiamo le risate o le lacrime, basta che siano sempre emozioni forti, che non sia mai una giornata qualunque, che ci sia sempre una sfida da vincere.

Realtà parallela, appunto, che non incrocia la realtà vera, che le scorre semplicemente accanto.

Oppure realtà virtuale, quella alternativa che sta dentro un visore, che ci fa immergere in un mondo altro, la simulazione di situazione reali attraverso un computer o interfacce apposite.

Imitazione di realtà, dunque, anche in questo caso una cosa distinta dalla vita, che ha un confine, che poco si intreccia con ciò che accade davvero.

Quando la realtà parallela incontra la realtà, è sempre quest’ultima ad avere la meglio, è solo lei quella che conta, quella a cui non ci si può sottrarre, quella fatta di leggi fisiche, di gravità, di odori, di persone, di dolore, di vita. Quella in cui non si può cancellare la foto venuta male.

La tragedia di Roma ci addolora tutti non solo perché in un incidente stradale è morto un bambino di cinque anni, evento che già spezza il cuore. Ma anche perché è l’ennesimo promemoria del fatto che solo ciò che accade veramente, conta.
Ma se non fosse accaduto niente? Se una famiglia non fosse stata distrutta? Se gli youtuber avessero completato la loro challenge indenni e senza recare danno ad altri? Allora non ci sarebbe stato niente per cui indignarsi?
La realtà parallela non può incrociare quella vera senza sottostare alle sue leggi, alle sue dinamiche. Almeno seicentomila persone erano al corrente dei fatti, i follower dei ragazzi che erano alla guida. Più di mezzo milione di persone stava a guardare.

Una violazione di copyright può far oscurare un canale, mostrare un capezzolo pure, guidare un auto sportiva in una zona urbana per cinquanta ore di fila riprendendosi con il cellulare no. E se non si contassero i like e le visualizzazioni, ci ricorderemmo meglio ciò che realmente conta?

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