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Arriva il primo settembre il Capodanno dei meridionali

Arriva il primo settembre il Capodanno dei meridionali

 
giuseppe alemanno

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giuseppe alemanno

Arriva il primo settembre il Capodanno dei meridionali

Il nuovo anno inizia con la fine dell’estate

Domenica 31 Agosto 2025, 09:48

Noi meridionali lo sappiamo bene: Capodanno non è dopo San Silvestro. Il primo di gennaio rappresenta traguardo solo per chi non ha avuto la Storia accanto alla comare di battezzo, non ha visto un filosofo guidare la capitale della Magna Grecia, non ha modellato la propria vita all’estetica sublime della morbidezza eternizzata da Lisippo. Capodanno, per noi, è uno di quei giorni incerti dell’inizio di settembre, quando gli ombrelloni appassiscono e le auto, invece di ingolfare spiagge e marine, intasano le nostre città alla ricerca di un parcheggio stitico. In nuovo anno comincia nel momento in cui finiscono i ricordi screziati di rimpianto dell’estate appena finita. Impiegheranno poco le pacchiane parmigiane consumate sulla spiaggia a essere sorpassate da novembrine spinacine, spadellate nonostante la tenacia della surgelazione. Le romantiche friselle aromatizzate da una goccia d’aceto - condite da olio, sale, pomodori spuragnati e un alito d’origano - saranno sostituite da cracker mosaicizzati dal riso soffiato, spalmati da formaggi destrutturati provenienti dal latte di mucche dalla claudicante moralità e ornati da una solitaria foglia di insalata, verde di gelosia. Combattere la malinconia che nasce da certe reminiscenze è difficile. Maledettamente difficile. Ci viene incontro Henrik Ibsen che, nel suo ‘Rosmersholm’ fa dire a Rosmer, che si interroga su come possa liberarsi da ricordi tomentosi e da funesti trascorsi, che bisogna “Opporre al passato una nuova e viva realtà”.

Io, modestamente, accogliendo lo stimolo di Ibsen, una proposta ce l’avrei. Noi meridionali dovremmo puntare all’estate infinita, prescindendo dalle condizioni climatiche. Piove? Tutti a Torre Ovo! Fa freddo? Tutti a Castellaneta Marina! Precipitazioni sparse? Tutti a Porto Pirrone! Risìbbula? Tutti a Lido Gandoli! Grandina? Tutti a Torre Columena! Urla il vento e soffia la bufera? Tutti a Chiatona! I meridionali vivano, quindi, in uno stato di estate permanente, una estate che non transige con nessuna forma di dominazione da parte della classe vip rintanata nei lidi alla moda e che non si arresta alla fase democratica dei teli stesi sulla spiaggia, ma passa alle misure socialiste nate dall’unzione carbonara con l’olio di cocco e, infine, alla guerra aperta contro la reazione esterna fatta di eritemi e iperpigmentazione.

Non vi piace l’estete permanente? Eeehhh… Allora ditelo! Allora siete voi!

Allora tenetevi Capodanno, il maglione con le renne e gingolbell- gingolbell cantata intorno all’albero con le palline. Io non sarò dei vostri. A mezzanotte del trentuno dicembre potrete trovarmi, armato di cenone, a Baia d’Argento.

Ora e sempre, rivoluzione.

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