Mercoledì 08 Ottobre 2025 | 02:29

La movida porta polemiche e allora riapriamo i conventi

 
giuse alemanno

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giuse alemanno

La movida porta polemiche e allora riapriamo i conventi

Riflessioni tragicomiche sul turismo estivo

Domenica 10 Agosto 2025, 16:00

Dove stanno? Dove si sono cacciati? Che fine hanno fatto? Chi li ha visti? Tanti turisti, vacanzieri, visitatori occasionali delle nostre contrade - marine e non - deludono, risultano assenti, latitano. I saccenti in servizio permanente effettivo sono sempre pronti con le loro spiegazioni taralle: “Costa tutto troppo!”, “Non ci sono i servizi!”, “Mancano i divertimenti, il silenzio, le discoteche, la pace, la movida, il riposo!”. Si dimentica, ahimè, che la ridotta capacità di spesa delle famiglie per le vacanze porta ad inevitabile oculatezza che consegue in mirata informazione. Così è facile scoprire che ci sono luoghi con pinete che bruciano a scadenza annuale o che ci sono intere città votate alla salvaguardia di cattivi odori, blatte e criminalità minorile. Una famiglia che ha un gruzzolo da investire in estate, posti del genere li evita come il colera. E la responsabilità, è bene capirsi, non è mai di chi racconta ciò che accade, ma del fatto che accada davvero. L’altro equivoco è ascrivibile alla mancanza di identità di questi luoghi in sofferenza di presenze. Dove si va a lavorare alzandosi all’alba, non si possono tenere attività che inducono i propri clienti all’allegria fin nel cuore della notte. Ancor meno si possono organizzare concerti, kermesse o attività di qualunque genere che - pur finendo prima di mezzanotte - producono traffico, intralcio e chiacchiericcio per le ore a seguire. Quindi, niente. Semplicemente, niente. È meglio niente. Il niente è una scelta vile, lo so, ma l’intolleranza questo produce. Nei posti dove non è raggiungibile un compromesso tra le ragioni dei lavori diversi, però, c’è una unica soluzione: il turismo religioso. Ci sono chiese e conventi meravigliosi dalle nostre parti e, d’estate, girare per altari, navate, transetti, presbiteri e absidi è una soddisfazione. Tutto al fresco e in rigoroso silenzio, consigliando l’uso di scarpe ammortizzate, in modo da eliminare il fastidioso scalpiccio. È una forma di turismo alto spendente e destagionalizzato, dato che una cappella resiste al tempo e alle intemperie. I locali notturni si convertiranno in pomeridiani e invece di servire cocktail alla moda, prepareranno the allo zenzero e vin santo; le discoteche si trasformeranno in sale bingo; gli incontri culturali approfondiranno il tema dell’incontinenza senile e le cover band, al posto dei Depeche Mode e Black Sabbath, proporranno il repertorio di Giorgio Consolini e Gino Latilla. Sui manifesti spiccheranno gli sponsor più generosi: Cra, Rsa e agenzie specializzate per festeggiare l’ultimo respiro, con una torta le cui candeline si spegneranno da sole. È facile, no? Nei luoghi che hanno scelto la conflittualità come bandiera, arrivino gli ultra settantacinquenni alto spendenti. Basta con questo divertimento estivo: la gioventù è sopravvalutata. Regni il silenzio nelle città incapaci di conciliazione. Geriatri di tutto il mondo unitevi, avete un futuro radioso dalle nostre parti.

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