Dove stanno? Dove si sono cacciati? Che fine hanno fatto? Chi li ha visti? Tanti turisti, vacanzieri, visitatori occasionali delle nostre contrade - marine e non - deludono, risultano assenti, latitano. I saccenti in servizio permanente effettivo sono sempre pronti con le loro spiegazioni taralle: “Costa tutto troppo!”, “Non ci sono i servizi!”, “Mancano i divertimenti, il silenzio, le discoteche, la pace, la movida, il riposo!”. Si dimentica, ahimè, che la ridotta capacità di spesa delle famiglie per le vacanze porta ad inevitabile oculatezza che consegue in mirata informazione. Così è facile scoprire che ci sono luoghi con pinete che bruciano a scadenza annuale o che ci sono intere città votate alla salvaguardia di cattivi odori, blatte e criminalità minorile. Una famiglia che ha un gruzzolo da investire in estate, posti del genere li evita come il colera. E la responsabilità, è bene capirsi, non è mai di chi racconta ciò che accade, ma del fatto che accada davvero. L’altro equivoco è ascrivibile alla mancanza di identità di questi luoghi in sofferenza di presenze. Dove si va a lavorare alzandosi all’alba, non si possono tenere attività che inducono i propri clienti all’allegria fin nel cuore della notte. Ancor meno si possono organizzare concerti, kermesse o attività di qualunque genere che - pur finendo prima di mezzanotte - producono traffico, intralcio e chiacchiericcio per le ore a seguire. Quindi, niente. Semplicemente, niente. È meglio niente. Il niente è una scelta vile, lo so, ma l’intolleranza questo produce. Nei posti dove non è raggiungibile un compromesso tra le ragioni dei lavori diversi, però, c’è una unica soluzione: il turismo religioso. Ci sono chiese e conventi meravigliosi dalle nostre parti e, d’estate, girare per altari, navate, transetti, presbiteri e absidi è una soddisfazione. Tutto al fresco e in rigoroso silenzio, consigliando l’uso di scarpe ammortizzate, in modo da eliminare il fastidioso scalpiccio. È una forma di turismo alto spendente e destagionalizzato, dato che una cappella resiste al tempo e alle intemperie. I locali notturni si convertiranno in pomeridiani e invece di servire cocktail alla moda, prepareranno the allo zenzero e vin santo; le discoteche si trasformeranno in sale bingo; gli incontri culturali approfondiranno il tema dell’incontinenza senile e le cover band, al posto dei Depeche Mode e Black Sabbath, proporranno il repertorio di Giorgio Consolini e Gino Latilla. Sui manifesti spiccheranno gli sponsor più generosi: Cra, Rsa e agenzie specializzate per festeggiare l’ultimo respiro, con una torta le cui candeline si spegneranno da sole. È facile, no? Nei luoghi che hanno scelto la conflittualità come bandiera, arrivino gli ultra settantacinquenni alto spendenti. Basta con questo divertimento estivo: la gioventù è sopravvalutata. Regni il silenzio nelle città incapaci di conciliazione. Geriatri di tutto il mondo unitevi, avete un futuro radioso dalle nostre parti.

Riflessioni tragicomiche sul turismo estivo
Domenica 10 Agosto 2025, 16:00