di FRANCESCO RUSSO
LAVELLO - «Tanto tuonò che piovve», recita la famosa frase attribuita a Socrate. Ed alla fine l’elica di una pala eolica - costruita vicino ad abitazioni e a cavi dell’alta tensione, e da giorni al centro delle proteste di alcuni cittadini - si è spezzata prima ancora di entrare in funzione e per fortuna senza provocare danni a persone. È avvenuto a Lavello, poco al di fuori del centro abitato, lungo la statale 93. «Siamo a rischio in casa nostra», tuona un cittadino che risiede nella zona, chiamata contrada San Barbato. Ma la più agguerrita è Antonella Angrisani, da sempre contraria all’entrata in funzione del mini-parco eolico in quella parte di Lavello, periferica ma con alcuni residenti. «Da settimane cerchiamo di impedire che le pale entrino in funzione: non siamo stati ascoltati ed ecco cosa è successo», dice la donna, che il 9 novembre scorso - con un post pubblicato sul web - aveva chiamato in causa il sindaco Altobello «affinché si ponga fine - scriveva - a questo scempio nell’interesse dei cittadini».
«Sia i rappresentanti del Comune che della Società Terna - racconta la Angrisani - avevano riscontrato con elevato timore la pericolosa vicinanza della pala ai fili dell’elettrodotto ad alta tensione. La società Terna aveva rilevato che questo è l’unico caso di una tale superficialità e sprezzo della sicurezza pubblica: un contatto della pala con i fili dell’elettrodotto determinerebbe una tragedia di immani proporzioni con conseguenze inimmaginabili». Pochi giorni fa, Angrisani era riuscita ad incontrare il primo cittadino. Ma la pala è rimasta lì, con un’elica che l’altro pomeriggio ha ceduto rischiando di finire sui cavi dell’alta tensione. Non è la prima volta, comunque, che si verifica un episodio del genere in Italia. Il più recente è avvenuto a Brindisi, dove l’elica di una pala eolica ha tranciato di netto i cali dell’alta tensione.