La nervosissima Europa attende l’insediamento di Trump con preoccupazione. Sono quattro i motivi di preoccupazione. Lo sviluppo del conflitto in Ucraina. L’aumento del contributo alla Nato. La politica dei dazi. L’Intelligenza Artificiale. Le preoccupazioni sono giustificate perché l’Europa in ciascuno di quei punti ha radicalmente sbagliato da anni e oggi somiglia a quei ragazzini preoccupati dell’arrivo del maestro perché non hanno fatto i compiti.
Tutti presi dalle beghe di quartiere, Fitto si, Fitto no, e perché no se è un posto di prestigio per l’Italia? L’Europa dimentica che nelle prime 50 società di software, ce ne sono solo 4 europee. Premessa per una disfatta economica nei prossimi decenni. La quinta rivoluzione industriale (Intelligenza artificiale) cambierà tutto: prodotti, produzione, mercati. Marx è morto. Oggi è il software la spina dorsale di questa rivoluzione industriale. Le grandi società di information sono entrate nel nucleare e finanziano nuove centrali per sopperire al bisogno di energia che lo sviluppo di Intelligenza artificiale! Lo sviluppo robotico è l’equivalente dello sviluppo delle automobili ma l’Europa con tutti i mezzi che possiede ha solo 4 società nelle prime 50. Vera tragedia per i nostri figli..
Secondo errore. La paura dei dazi nasconde l’incapacità strutturale di crearsi uno spazio proprio. Questo si costituisce in due modi. Accordi per infrastrutture, scambi energia- tecnologia. La Cina acquisisce enormi potenziali di risorse minerali in Africa creando nuove infrastrutture. In Perù ha inaugurato un colossale porto di cui è proprietaria al 50%. L’Europa balbetta e simbolo di questa vecchiaia è la ridicola storia del ponte di Messina che Salvini vuole infliggere ai futuri terremotati invece di lanciare grandi opere Italia-Africa .
Ma lo scolaro Europa ha soprattutto commesso il grave errore nella guerra ucraina di ignorare completamente le ragioni della Russia. È un dato di fatto che la Nato, dalla caduta del muro di Berlino, si è avvicinata alla Russia violando le promesse del segretario di Stato americano James Baker, che ha negoziato con Gorbaciov la caduta dell’Urss, assicurando che la Nato non si sarebbe avvicinata di un centimetro alla Russia. Contraddicendo questo impegno, la Nato ha sempre aggiunto nuovi Paesi europei. Va notato che la Bulgaria (2004), l’Ungheria (1999), la Polonia (1999), la Romania (2004), la Slovenia (2004), la Repubblica Ceca (1999) e la Slovacchia (2004) possono essere considerate parte di una giustificata ambizione di far parte della Comunità europea. Ma la Georgia e l’Ucraina non lo sono: sono una minaccia diretta per la Russia, come lo sono l’Estonia (2004), la Lettonia (2004), la Lituania (2004), la Finlandia (2023). Favorire l’entrata dell’Ucraina nella Nato è una minaccia alla pace.
I media europei si sono scatenati contro Putin, dipingendolo come il nuovo Hitler. Che Putin abbia fatto molto male a invadere l’Ucraina è un dato di fatto. Ma che questa operazione sia una premessa per invadere l’Europa è semplicemente ridicolo. L’Europa farà bene a recuperare Putin tra i suoi interlocutori, come ha cominciato a fare Scholz e sforzarsi di riavviare quel processo di interscambio tecnologia energia la cui interruzione costa punti di Pil e inflazione.
Ma c’è un errore culturale gravissimo che va riparato. L’Europa ha fatto molto male ad ostracizzare tutto ciò che era russo: spettacoli, sport, eventi culturali. La Russia è l’Europa. Tolstoj, Dostoeskij, Tugenev e persino il dissidente Solzhenitsyn sono l’Europa. La letteratura, la musica, l’arte, lo sport russo sono parte integrante del patrimonio europeo. L’Europa deve riscattarsi da una odiosa politica anticulturale russa.
L’Europa è nervosa. Fa bene ad esserlo. È indietro su tutto quello che conta. Tecnologia. AI. Autonomia energetica. Supporto infrastrutture. Politiche di integrazione razziale. Quattro società di software fra le prime 50 è sottocultura sociale. Bari dia un piccolo esempio. La fiera del Levante apra i suoi cancelli all’est dei software: Bangalaore, Shenzhen. Leccese ed Emiliano, la cultura dei giovani è legata allo sviluppo tecnologico. Scongiurate chi dice - il sottoscritto - che è più facile fa passare un cammello dalla cruna di un ago che produrre innovazione manageriale nella Puglia.
Infine, l’Europa è in grave crisi demografica, ed è ridicolamente abbarbicata ad una visione razzista autoctona. Matteo, Matteo, hai giustamente difeso la Russia, ma l’Europa non si costruisce sulle espulsioni, ma sulla integrazione.
Ma è con la guerra Ucraina che l’Europa ha più clamorosamente sbagliato. Con Trump sarà necessario studiare in fretta per farle raddrizzare la rotta. Quando l’Europa lo farà, sarà un merito sicuro per il nuovo presidente americano.