Sabato 06 Settembre 2025 | 16:49

Il credito bancario, droga per le pmi che non innovano

 
Nicola Didonna

Reporter:

Nicola Didonna

Il credito bancario, droga per le pmi che non innovano

Il finanziamento comporta altri effetti negativi sulle imprese: forte prociclicità, inadeguato finanziamento degli investimenti immateriali, minore attrattività del sistema imprese nel complesso

Mercoledì 14 Febbraio 2024, 13:40

Perché conviene rischiare nelle start up innovative pugliesi? In un recente report sul Capitale di Rischio in Italia, Assolombarda denuncia che la causa dell’atavico nanismo di cui soffre il sistema imprenditoriale è da ricercarsi nell’inadeguato sistema delle fonti di finanziamento delle imprese italiane.

Troppo e male indebitate verso un sistema bancario tradizionale, le circa 3,7 milioni di PMI italiane evidenziano un patologico “bancocentrismo”, peraltro aggravato dalla prevalente dimensione “micro”, visto che circa 3,5 milioni, pari al 95% di esse, hanno meno di 10 dipendenti.

Il finanziamento bancario comporta altri effetti negativi sulle imprese: forte prociclicità, inadeguato finanziamento degli investimenti immateriali, minore attrattività del sistema imprese nel complesso.

La prociclicità del credito bancario le imprese hanno imparato a proprie spese a conoscerla: proprio quando ci vorrebbe, il credito bancario non c’è, perché non può intervenire nei momenti di recessione come quello attuale. Il classico ombrello che viene offerto quando splende il sole e negato quando inizia a piovere.

Anche l’inadeguatezza del credito bancario viene avvertita quando le imprese si presentano in banca per cercare di acquistare licenze di produzione, software, brevetti e beni immateriali in genere.

Comprendono presto che è più semplice ottenere supporto per acquistare macchinari e attrezzature, con buona pace della spinta alla innovazione e alla transizione digitale costantemente auspicate.

L’ultima deficienza, rispetto al sistema alternativo del private equity indicata come fonte alternativa al finanziamento bancario delle PMI, è la minore attrattività che un finanziamento suscita rispetto ad una campagna di equity crowdfunding in termini di notorietà del brand.

Per le ragioni suesposte le PMI italiane si presentano complessivamente piccole, poco dinamiche e troppo dipendenti dalle banche e dall’autofinanziamento della famiglia imprenditoriale promotrice.

La soluzione proposta nel report da Assolombarda è la ricerca di capitali privati, appunto il Private Equity, con una azione di sistema fra i 3 attori coinvolti.

L’imprenditore innanzitutto deve diventare un “imprenditore finanziario” attento alla dinamica finanziaria dell’azienda e non solo a quella economica.

Gli investitori finanziari, quelli che apportano capitale di rischio affiancando i soci, come piattaforme di equity crowdfunding e operatori di private capital in genere, devono orientare la propria attenzione anche alle imprese meno strutturate e assumerne il rischio di crescita.

Gli intermediari, intesi come erogatori di servizi professionali, devono sempre più specializzarsi per informare e assistere adeguatamente le imprese in questa evoluzione necessaria.

La strada virtuosa di disintermediazione dal canale bancario tradizionale la Regione Puglia l’ha avviata.

Preso atto di questo c.d. “fallimento di mercato”, che vede imprese e operatori di private equity incapaci di dialogare, ha emanato il bando Equity Puglia con cui ha stanziato una dotazione di 60 milioni per suscitare l’interesse all’ingresso di fondi di private equity nel capitale delle strat up innovative.

Anche i Confidi, come FIDIT, si sono attrezzati per fornire supporto alle imprese in termini di assistenza alla programmazione finanziaria, gestione della tesoreria e formazione.

Come si vede in Puglia il sistema a supporto delle imprese innovative e smart sta muovendo i primi passi; ora spetta alle imprese mettersi al passo e coglierne i benefici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)