Da mesi il Movimento 5 Stelle manifesta preoccupazione per le emergenze che sempre più stanno colpendo il nostro Paese. Da quelle relative al caro energia, all’aumento del costo delle materie prime, sino all’inflazione galoppante e alla conseguente erosione del potere d’acquisto di famiglie e imprese.
C’è bisogno di interventi strutturali, valutando anche di anticipare misure della prossima legge di bilancio. Dobbiamo proteggere subito il tessuto socio-economico con risorse aggiuntive che aiutino a evitare il rischio di una profonda recessione dagli esiti e dai tempi incerti.
Del resto, rispetto all’ultima previsione ufficiale della Commissione Ue prima dello scoppio della guerra, che stimava il Pil italiano in crescita del 4,1% nel 2022, adesso la media delle ultime previsioni fatte da Mef, Istat, Ocse, Commissione Ue e Confindustria restituisce un Pil nazionale in crescita quest’anno del 2,5%, se tutto andrà bene.
Abbiamo più volte ribadito la necessità di ricorrere a politiche espansive, ad uno scostamento di bilancio che, unitamente all'extra gettito fiscale, permetta di finanziare un «piano di emergenza» in grado di far affrontare allo stato di difficoltà in maniera sistemica, e non più con misure spot e una tantum, come quella di 200 euro sui salari fino a 35 mila euro, risultate insufficienti a compensare la perdita di potere d’acquisto subita dai salari in questa metà d’anno.
Il piano di emergenza che abbiamo presentato si basa su cinque aree principali d’intervento: adeguare i salari all’inflazione, includendo nel calcolo dell’indice dei prezzi al consumo armonizzati (IPCA) anche i prezzi dell’energia (oggi esclusi per assurdo); introdurre il salario minimo (legale), prevedendo una base oraria di 9 euro; ridurre in maniera incisiva il cuneo fiscale sui redditi medio-bassi, in modo da rendere più corposa la busta paga dei lavoratori più fragili e ridurre contemporaneamente il costo del lavoro per le imprese; migliorare la liquidità delle imprese, ripristinando la moratoria sui prestiti e la rateizzazione dei debiti fiscali, senza sanzioni e interessi; fronteggiare l’eccessiva speculazione finanziaria sull’energia e sul cibo, introducendo i prezzi amministrati, una nuova regolamentazione sui derivati ed una fiscalità di svantaggio.
Da sempre il M5S è per la giustizia sociale e per difendere gli interessi dei cittadini, promuovendo azioni che siano per il bene del Paese.
Giustizia sociale che esce minata dal report annuale Istat sulla povertà in Italia, fornendoci un quadro drammatico, che vede triplicato dal 2005 a oggi il numero delle persone povere e quadruplicato il numero dei giovani in stato di povertà.
Quadro che sarebbe diventato desolante se non fosse intervenuto il Reddito di Cittadinanza, misura pensata e voluta dal Movimento 5 Stelle e messa in campo dal Governo Conte, così tanto criticata da chi non ha la percezione della realtà. Durante tutto il periodo pandemico e post pandemico, così come certificato dall’Istat, il RdC ha rappresentato un vero e proprio salvagente per tante famiglie, senza il quale sarebbero affondate completamente.
Al malessere sociale che serpeggia in questo momento storico così delicato abbiamo, pertanto, tutti il dovere di dare risposte concrete. Confidiamo che il Governo voglia affrontare questo stato di emergenze con interventi mirati e risolutivi.