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Covid, dovevamo diventare migliori

 
Roberto Calpista

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Roberto Calpista

Bari, bufera sull’ospedale in Fiera. I sindacati: disastro annunciato

E' bastata l’ennesima variante del virus, Omicron, a far volare i contagi e precipitare gli ospedali nell’incubo

Sabato 26 Marzo 2022, 12:36

Ma non dovevamo uscirne migliori? L’abbiamo gridato a squarciagola dai balconi del lockdown, messo sullo stato di WhatsApp, postato sui social, scritto sui muri della città, negli ascensori. Macché, due anni di Covid non hanno insegnato nulla a un Paese dove vivere alle giornata, vivere «tamponando», è più facile. E così è bastata l’ennesima variante del virus, l’Omicron e qualcosa, a far volare i contagi e precipitare gli ospedali nell’incubo. Che poi è l’incubo dei cittadini che vanno per farsi curare e restano intrappolati in pronto soccorso-lazzaretti. Improvvisamente ci si accorge che il Covid galoppa infischiandosene dei tepori della primavera e delle dosi booster e che non ci sono abbastanza medici per le urgenze. Eppure a memoria, mentre sfilavano le bare di Bergamo, si assicuravano migliaia di assunzioni.

È una ruota che gira a vuoto quella che regola questo Paese e che continua sulla cattiva strada anche ora che il governo si appresta a mettere nero su bianco un «liberi tutti» che di fatto c’è da mesi e che, altrettanto di fatto, non ci possiamo permettere. La strada pare tracciata e il messaggio del «fate un po’ come volete» che sta passando in questo momento è fin troppo «pericoloso». Del resto, nel mondo scientifico tutti sono più o meno d’accordo sul fatto che i vaccini sono stati studiati per il virus «che circolava nel 2020», quello che circola oggi è mutato e più circola, come sta avvennendo in queste settimane, più varia. Mentre manca del tutto il tracciamento, un po’ perché i test implicano un costo, un po’ perché con i tamponi «fai da te» diventa un’operazione quasi impossibile, dal momento che molti asintomatici evitano l’ufficialità del sistema sanitario per non avere le grane della quarantena.

Insomma il Covid doveva diventato forzatamente un ricordo, ma la realtà, ben diversa, è fatta di bollettini di guerra dentro e fuori gli ospedali. Chi avrebbe potuto diventare migliore non ne ha approfittato, la politica nazionale e regionale regola i conti interni, la sanità è sotto pressione con le strutture che quelle erano e - tranne rari e inadeguati «aggiustamenti» - quelle sono rimaste. Idem per il personale. I controlli sono inesistenti. La prudenza pure. Ci si sono messi anche i vescovi con il via libera - non si sa su che basi - alle feste patronali. Un grazie a voi tutti dal virus.

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