Il lavoro cambia, ma l’Italia rischia di restare ferma. Ne parleremo il prossimo 10 settembre in Camera di Commercio di Bari, durante la presentazione del primo rapporto sui fabbisogni occupazionali in Puglia 2025-2028, elaborato dall’Arpal, con la partecipazione del presidente della Regione, Michele Emiliano. Un focus sui cambiamenti del mercato del lavoro nella nostra Puglia e sulle prospettive di medio periodo.
Gli ultimi dati disegnano un Paese in cui cresce, sia pure meno di prima, l’occupazione, ma aumenta anche il disallineamento - o, se volete, il mismatch - tra domanda e offerta. Il mercato occupazionale è in piena trasformazione, spinto anche dall’inverno demografico che colpisce duramente il Sud. Sempre più giovani scelgono di trasferirsi al Nord o all’estero. Preoccupa anche il calo dell’occupazione femminile, che resta una delle grandi fragilità del nostro Paese.
Si resta più a lungo al lavoro: una parte consistente della crescita occupazionale riguarda gli ultracinquantenni (anche per effetto della legge Fornero), mentre il Pil cresce poco, solo di qualche decimale. Le risorse pubbliche restano scarse - il debito pesa ancora sui conti - in una fase in cui le incertezze mondiali si moltiplicano, alimentate da una politica trumpiana che guarda agli assetti internazionali solo in termini di immediata ricaduta sugli Stati Uniti. Intanto, i salari non crescono, perché non cresce la produttività.
In questa situazione di stallo aumenta la preoccupazione per il futuro, aggravata da un costo dell’energia ancora troppo alto: quattro o cinque volte più che negli Stati Uniti e mediamente il 50% in più rispetto ad alcuni Paesi europei.
Temi sui quali torneremo nella seconda edizione delle Giornate del Mezzogiorno, promosse dalla Camera di Commercio di Bari, in Fiera del Levante, il 16 e 18 settembre. Sarà un momento di confronto tra esperti e protagonisti nazionali, per riportare al centro il dibattito su un Meridione troppo spesso dimenticato. Solo riducendo il gap tra Nord e Sud d’Italia e d’Europa potremo conquistare un nuovo protagonismo in questa fase intricata della globalizzazione. Perché, se fingiamo che i problemi siano lontani, prima o poi ci investiranno con una rapidità mai conosciuta.
Sono argomenti che riguardano da vicino la Puglia, con le sue tribolazioni elettorali, ma anche questioni nazionali e globali che richiedono programmazione e visione da parte di tutte le forze politiche locali e della futura giunta regionale. Negli ultimi mesi si è spesso lamentato un dibattito povero di contenuti: la rotta può essere corretta, a partire da energia e lavoro.
Negli ultimi anni molto è stato fatto anche sul fronte delle imprese, ma oggi più che mai serve un vero salto di qualità. Non possiamo limitarci a logiche difensive che finiscono per tradursi in un indebolimento, se non in una sconfitta. È necessario un impegno comune sui temi centrali, senza restare in attesa che altri decidano per noi. Perché la sfida vera è affrontare insieme i nodi della produttività e della crescita del benessere generale, a cominciare dalla nostra Puglia.