Erano le nove del mattino quando i due amanti uscirono di casa per fare una passeggiata lungo un tratturo di campagna attorno all'antica villa che li aveva ospitato per quella notte. Improvvisamente i due si dettero la mano guardandosi negli occhi e, ogni tanto, ciascuno sfiorava con il proprio volto quello dell’altro. Ad un certo punto si fermarono appoggiandosi ad un albero di mandorlo baciato dal sole, e lasciando liberi i loro pensieri si abbracciarono perché ognuno si sentiva posseduto dall'amore per l'altro.
La campagna d'inizio autunno era ancora calda, colorata dalle foglie non ancora ingiallite, dal terreno sotto gli alberi apparivano le bianche pietre calcaree utilizzate dai contadini per costruire i muretti a secco. Intorno ai due amanti, testimoni del loro amore, v'erano gli alberi d'ulivo dalle originali sculture lignee simili alle fattezze umane storpiate, un passero cinguettante in cerca di cibo e, nel cielo, poche nuvole distratte che giocavano ad inseguirsi l’una con l’altra. Continuarono a guardarsi, poi l'uomo dalla carnagione scura e dagli occhi vispi e intelligenti, guardò la donna e le chiese di darle un bacio.
«Che bacio vuoi» gli rispose lei.
«Un bacio con il sorriso».
«E poi?»
«Un bacio che attraverso il contatto con le mie labbra mi faccia capire che anche tu mi vuoi bene».
«E allora non posso dartelo perché ho il rossetto», affermò sorridendo la donna.
«Il rossetto accresce la tua bellezza - le disse lui - ed inoltre il rosso ti fa sembrare ancora più giovane e bella».
«Tu sei un adulatore, un vero mascalzone. Il tuo viso ha il sorriso di chi desidera una cosa e per averla afferma altre».
«Dai su, dammi un bacio, baciarti è bello», insistette lui.
«Dimmi perché baciarmi è bello?»
«Perché quando tu mi baci io ho l’illusione di poter rimanere in contatto con te per un tempo illimitato».
«E non temi che possa trasmetterti una malattia?»
«Non fa niente, correrò volentieri questo rischio».
«Sei uno sfacciato - gli disse la donna - io mi vergogno!»
«Se tu mi baci ti passerà tutta la vergogna perché il bacio non fa crescere nessun pudore. Possiamo baciarci quanto vogliamo e ovunque senza vergogna perché il bacio è anche segno di affetto».
«Vuoi dire che tu mi baci perché mi vuoi bene?»
«Certo non aver mai dubbi al riguardo».
E fu così che i due amanti cominciarono a baciarsi spingendo l’uno contro l’altra le loro facce. Lei acquistava sempre più coraggio, lui ne constatava la disponibilità. Si dettero un lungo bacio che gli ottenebrò la mente per la mancanza di ossigeno che giungeva al cervello. Si sentivano confusi, affannati, tanto che il respiro aumentò d’intensità per il bisogno di fiato. Si staccarono solo per mezzo secondo per ricominciare il gioco perché erano felici di stare in quel mondo, mentre sulle loro teste un stormo di rondini, in volo verso i paesi caldi, come un grande aquilone passò veloce scomparendo ben presto nell'immensità del cielo.
Più tardi i due si mossero per tornare a casa, camminarono per quella strada di campagna piena di cespugli e vegetazione spontanea che si era formata nel tempo, mentre una lucertola strisciò veloce davanti a loro per infilarsi e scomparire in una fessura di quel tratturo secco e pietroso. Giunti a casa salirono lentamente i gradini delle scale, come fossero versi di una poesia toccandosi continuamente nell'intrepido gioco dell'amore. Lei aprì la porta, entrò con lui e senza rinchiuderla infilò la chiave nella serratura interna, poi lo aspettò appoggiandosi con la spalla al muro accanto alla porta. L'uomo si avvicinò, le loro labbra erano a pochi millimetri, si sfioravano, poi si allontanavano e si riavvicinavano per nutrirsi dei loro sospiri. Sorridevano per nulla imbarazzate, di nuovo esitavano a toccarsi e riprendevano esplorandosi in modo che il loro passato e il loro futuro si mischiavano misteriosamente nel presente fra purezza e peccato.
Qualche tempo dopo la donna andò in cucina a preparare il caffè, mentre lui uscì sul balcone e s’affacciò alla ringhiera del terrazzino. Dopo un po' la ragazza gli portò la tazzina col caffè aromatico e bollente e si appoggiò con la schiena al suo petto. L’uomo l’abbracciò in vita e mentre sorseggiavano il caffè guardando l’altro lato della campagna, quello terrazzato e adornato da bassi vigneti, lui alzò gli occhi per guardare più lontano e vide una vecchia noria.
«Guarda», disse alla sua donna, «l’ingegno».
«L’ingegno? E cos’è?»
«Quella vecchia noria laggiù, la vedi? È così che i contadini, per onorare l’ingegno di chi ha inventato quella macchina, la chiamano».
Come d'incanto la vecchia noria trainata da un mulo cominciò a muoversi e a girare tirando acqua dal sottosuolo, mentre intorno a loro si spargevano le note di una canzone d'amore proveniente da una villa accanto. Ma giunse puntuale e inesorabile il momento in cui lui doveva lasciarla e andar via, si salutarono con un lungo bacio e un altro ancora e tanti altri fin che lui si staccò e andò via. Lei rimase accanto alla finestra seguendo i suoi passi fin dove gli occhi potevano raggiungerlo. Da lui voleva sempre di più, non gli bastava vederlo, baciarlo, abbracciarlo, voleva sempre di più e per questo soffriva. Sapeva che c’era in lui un altro amore, altrettanto forte e tenace con cui lei doveva combattere, l’amore per i figli che sua moglie gli aveva dato e che non gli permetteva di dedicarsi completamente a lei. Un amore quella per i figli che aveva un’energia inesauribile come quella del sole in cui lui si compenetrava rimanendone assolutamente coinvolto. Si avviò sola nella camera da letto e appoggiando il viso sul cuscino dove la sera precedente l'uomo aveva appoggiato il suo, gioì per tutti quegli attimi che si erano dati con la grazia del dono. Conoscerlo e amarlo era stato come fare un viaggio tra archi e rami verdi che s'incontrano e si lasciano or nascondendo ora facendo apparire l'orizzonte in fondo ad un viale. Aveva paura di perderlo, perdere un compagno presente e attento, dolce e comprensivo, un compagno che voleva tenere sempre accanto a se. Aveva timore che la loro storia finisse perché era uno di quegli amori impossibili, quelle storie che finiscono pur continuando ad amarsi. Il suo cuore allora s'incorniciava di bianco come un giorno di neve, lo racchiudeva nella sua mano e ogni traccia di malinconici pensieri veniva spazzata via lasciando intatta la pagina del desiderio di lui.