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Il racconto
Olga Maria Stefania Cucaro
04 Gennaio 2021
Un giorno Fabio andò a giocare in giardino con gli amichetti come spesso accadeva dopo la scuola. Era un premio che i genitori gli concedevano volentieri perché a scuola era sempre tra i migliori. Fabio è un bambino buono, biondino, riccio con due grandi occhi vivaci di un colore verde come i prati sui quali adora correre scalzo. Non era molto socievole, ma aveva quei quattro Amici per la pelle che lo facevano vivere con tranquillità. Quel giorno mentre giocava a pallone con quei quattro amici di sempre, vede in lontananza un puntino azzurro che si muove.
«Cosa sarà mai?» si chiede incuriosito. Corre incontro al puntino e vede che da vicino si trattava di una bellissima farfalla colorata con delle sfumature azzurre e blu così accese da catturare l'attenzione di chiunque.
La farfalla si appoggia sulla sua mano e rimane lì senza muoversi come per dire «Prendimi, non mi muoverò!». Il bambino affascinato, da quell’essere perfetto, decide di catturarla e che da quel momento in poi sarà la sua farfalla. Un trofeo da far vedere agli amici e che lui potrà guardare quando vorrà. Ormai non può più fare a meno di lei. È sua perché lei si offerta a lui senza fuggire. è di sua proprietà ora. La racchiude fra le sue mani e la porta a casa. «Mamma! Mamma! Ho catturato questa bellissima farfalla. Ora è mia!». La mamma che non aveva mai sopportato di vedere gli animali chiusi in gabbia gli chiede di lasciarla libera, ma il bambino insiste e lei, come succedeva ogni volta, cedette alle richieste insistenti del suo unico e amatissimo figlio. Va bene Fabio, prendiamo un grosso scatolo e ritagliamo delle finestrelle, applichiamo una rete fitta per evitare che fugga». E così fanno! Per il bambino, nei giorni successivi, la farfalla sembrava felice perché volava da una parte all'altra della scatola facendo tanto rumore e quando la prendeva in mano sembrava sorridergli.
La mamma per dare più luce e libertà alla farfalla decide di costruire una gabbia di rete metallica dalla quale difficilmente potrà fuggire, ma nella quale potrà appoggiarsi su alcuni fiori, che lei con cura avrebbe inserito nella stessa, e avere la luce che le necessitava. Azzurra, così aveva chiamato Fabio quel fantastico insetto, vive in quella gabbia già da qualche giorno e sembra stare bene. Una sera Fabio va a dormire e si sveglia in piena notte in preda al panico, entra nella veranda e vede che Azzurra non era più nella sua gabbia. Inizia a piangere disperato «Non piangere Fabio!» si sente da un angolo della stanza. «Chi sei?» chiese Fabio. «Sono Azzurra» risponde una voce. Fabio accende la seconda luce vicino al luogo da dove proveniva la voce e gli appare una bambina bellissima con occhi grandi e di un colore quasi irreale tra il blu mare e l'azzurro «sono Azzurra non mi riconosci?» disse. «Non è possibile» disse Fabio. «Ho imparato a conoscerti Fabio e so che sei un bambino buono anche se mi hai tenuto in gabbia per tanto, tanto tempo, so che mi ami così tanto da non poter fare a meno di me. Mi sono trasformata in bambina per starti accanto per sempre» disse la bimba sorridendo.
«Che bello!» disse Fabio saltando di gioia. Per alcuni giorni i due bambini vissero andando a scuola e seguendo tutte le regole che la società impone ai suoi piccoli cittadini, studiando, giocando e rispettando gli orari imposti della famiglia. La bambina inizia ad indebolirsi, patisce questa gabbia Invisibile e brama la libertà che aveva da farfalla.
Non vuole più mangiare e non ha le forze per uscire. Vuole solo stare in giardino a guardare le sorelle farfalle e i fiori che tanto ama. La trovano sempre circondata da centinaia di farfalle di tutti i colori e solo in quei momenti si vede che è felice. La bambina e ora a letto malata e il medico riferisce alla mamma di Fabio che non c'è più speranza ed entro qualche giorno potrebbe morire. Fabio piange disperato e mentre si trova al capezzale di Azzurra, dopo un'intera giornata di sofferenza, le dice «vola via Azzurra, non soffrire più, se puoi trasformarti vola via ora! Ti amo così tanto da lasciarti libera!».
Il giorno dopo Fabio si sveglia e trova tutto come era all'inizio di questa storia. Corre nella stanza di Azzurra e non era più nel suo letto di agonia, allora entra nella veranda dove era posizionata la sua vecchia gabbia e non la trova neanche lì. Cos'era accaduto? Era morta o aveva sognato tutto quello che era accaduto in quei giorni? Esce in giardino e vede centinaia di farfalle volare in tondo come per formare un girotondo, Ma cosa c'era al centro di questo vortice colorato? Era lei o sembrava lei Azzurra più azzurra e bella che mai che vola libera serena e felice insieme alle sue compagne. Ora Fabio comprende la frase che una sera non molto lontana nel tempo gli aveva letto il nonno «L’uomo è nato libero, e dappertutto è in catene».
Da questa sofferta esperienza capisce due concetti che gli saranno utili per tutta la vita, vale a dire quanto è importante seguire la propria natura ed in essa vivere in libertà e che il possesso e l’amore non possono coesistere.
Ama le farfalle, ma non le catturerà mai più. Le osserverà da lontano e le fotograferà per catturare solo la loro bellezza.
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