Il giudice del Tribunale di Bari Valentina Tripaldi, al termine dell’udienza predibattimentale, ha disposto la prosecuzione del giudizio per l’ex giornalista Nicola Pepe, accusato di favoreggiamento personale nei confronti dell’ex governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. Il processo inizierà il 3 aprile 2026 davanti al giudice monocratico Patrizia Gramegna.
Pepe, all’epoca dei fatti dipendente della Gazzetta del Mezzogiorno, è accusato di aver rivelato al presidente Emiliano, (all’epoca dei fatti indagato per finanziamento illecito ed abuso d’ufficio in relazione alla campagna elettorale per le primarie del Pd, accuse dalle quali è stato poi assolto dal Tribunale di Torino) della imminente perquisizione domiciliare e negli uffici della presidenza regionale, con sequestro ed acquisizione di documenti, da parte della Guardia di Finanza.
Secondo l’accusa, rappresentata dalla pm Savina Toscani, il 9 aprile 2019 il giornalista, difeso dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Rosario Cristini, andò negli uffici della presidenza e riferì a Emiliano quanto aveva appreso poco prima nella redazione della Gazzetta, in qualità di redattore della redazione web, rivelando l’imminenza di una perquisizione. Emiliano, nello stesso giorno della rivelazione, denunciò i fatti alla magistratura. Pepe è accusato di aver provocato «un grave nocumento all’attività investigativa», consistita nel rinvio delle perquisizioni e nella conoscenza da parte degli indagati dell’inchiesta a loro carico e dei provvedimenti da eseguirsi. Le indagini hanno accertato che Pepe aveva appreso la circostanza nella redazione del quotidiano dal collega Massimiliano Scagliarini (costituito parte civile con l’avvocato Giovanni Piccoli), inizialmente co-indagato e la cui posizione è stata poi archiviata.
















