C’era una volta la transumanza, anzi c’è ancora ed uno di questi luoghi nei quali il rituale – antichissimo – è rimasto è proprio la Basilicata. Le sue montagne si distinguono, non solo come paradiso della natura, ma anche come scrigno che custodisce tradizioni alimentari. E’ in Lucania che vengono allevati quasi la metà dei bovini di razza podolica: una carne prelibata di non facile lavorazione per i macellai, esigente anche ai fornelli, che a tavola incanta. Rappresenta una delle grandi razze italiane come la chianina, la marchigiana o la piemontese ed è proprio alla podolica che Luca Braia, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, sta dedicando la sua attenzione. «La qualità riconosciuta del prodotto ora anche a livello nazionale e dei suoi derivati latte e carne, insieme alla capacità di aggregarsi devono caratterizzare il settore e rappresentare una svolta economica per la Basilicata che con circa 14mila capi di razza podolica e 379 allevamenti rappresenta oltre il 45% del totale nazionale».
E’ una razza rustica e il bovino podolico al pascolo sarà inserito tra i prodotti zootecnici di qualità nazionale (Sqnz) nel rispetto di un disciplinare di produzione che è stato approvato all’unanimità da parte della Commissione Mipaaf-Regioni. Verrà ora trasmesso all’Unione Europea da cui arriverà, speriamo in tempi brevi, la successiva approvazione definitiva. Tutte le regioni, prevalentemente del Mezzogiorno, in cui si alleva la razza podolica e con cui la Basilicata ha promosso il confronto e la condivisione ai tavoli ministeriali, potranno allinearsi al disciplinare e fruire del marchio di qualità Sqnz, proprio grazie al riconoscimento ottenuto dal lungo lavoro sinergico tra l’ufficio Zootecnia regionale, l’Ara e i produttori lucani.
La particolare bontà dei formaggi di latte di podolica, animale che ne produce pochissimo, è legata anche alla transumanza durante la quale si alimentano in pascoli di erbe selvatiche che garantiscono sapore pure alla carne.