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Verso le amministrative
Michele De Feudis
15 Maggio 2018
BARI - Dotatevi di una buona bussola se intendete provare a orientarvi tra liste e candidati sindaci per le comunali di Bisceglie. La città del Nordbarese è un laboratorio a cielo aperto che fotografa la mutazione dei partiti e la potente attrattiva dell’esperienza del civismo come formula del «buon governo» da opporre alle sirene dell’antipolitica.
Per addentrarsi nel labirinto biscegliese si parte dai candidati sindacicosidetti «civici» ai blocchi di partenza: c’è Vittorio Fata, avvocato ex Fi, iscritto al Pd, candidato con un cartello civico, attualmente sindaco facente funzioni dopo le dimissioni del primo cittadino eletto, Francesco Spina; Tonia Spina, libero professionista, per Noi con Bisceglie, lista fittiana più altre civiche; Angelantonio Angarano, impiegato di banca, famiglia di estrazione democristiana, già lettiano, e candidato nelle precedenti comunali a sindaco per i dem, ora sostenuto da liste senza simboli di partito nelle quali sono confluiti trasversalmente da Pd, Forza Italia (che qui ha come leader l’ex eurodeputato Sergio Silvestris) e destre (con la lista Bisceglie tricolore); Franco Napoletano, già uno dei pochi sindaci in Italia dei Comunisti italiani, avvocato, ex deputato del PdCi, sostenuto dal Faro e da una alleanza civica a cui ha aderito il primo cittadino uscente, Francesco Spina, un passato nel centrodestra, poi con Mario Monti e infine al Pd (con cui, dopo una polemica nazionale per la sua contestata iscrizione al partito, si è candidato alla Camera il 4 marzo).
Non è finita. Corre anche Gianni Casella, commercialista, appoggiato da un gruppo di civiche centriste. Quest’ultimo, già dirigente della Nuova Democrazia cristiana, era stato candidato sindaco del centrodestra nelle ultime amministrative. Dopo cinque candidati civici e trasversali (senza simboli marcatamente di destra o di sinistra), ecco l’unico partito che corre con le proprie insegne, il Movimento 5 Stelle, che propone Enzo Amendolagine, dirigente amministrativo scolastico, sostenuto da una lista di attivisti grillini.
Per completare il quadro, che resta difficile da decifrare, il deputato Pd Francesco Boccia, quando erano in corso trattative per la presentazione di una lista dem, aveva così scomunicato l’eventuale sostegno a Franco Napoletano-sindaco, considerato «incandidabile dal Pd», stante le pregresse polemiche (e una querela di Boccia all’ex sindaco finita con una condanna in primo grado per diffamazione).
Il centrodestra, invece, come spiega rammaricato Francesco Ventola, segretario regionale dei fittiani-Noi con l’Italia, ha cercato l’unità, «ma solo con un incontro, al termine del quale ognuno è andato per la sua strada».
Con questi scenari irregolari, nessun bookmaker bandirebbe quote per le elezioni comunali biscegliesi, anche perché i grillini, che alle politiche sono stati veri trionfatori in città (con il 50,21%), sono reduci da un risultato poco brillante alle precedenti amministrative del 2013, quando raccolsero solo il 2,34%. Insomma benvenuti nella città della focaccia, del Dolmen, del Don Uva e della postpolitica (che chissà che sorprese ci riserverà in un eventuale secondo turno).
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