Sul Covid-19 ognuno, scienziati in testa, sbaglia come gli pare, insinuando, valutando, negando, o prefigurando flagelli apocalittici come Giovanni. Perciò anche noi, morituri pescati a caso da strade infettate, pronunciamo la nostra sentenza semi-vera o semi-falsa: il virus non è una sferetta da cui si estroflettono protuberanze marziane, bensì un essere pensante, magari anche munito di lenti e cannocchiale, che punisce sistematicamente chiunque metta in dubbio o sminuisca il suo potenziale.
È una persona anzi, microbica, permalosa, ostinata, che – e qui sfidiamo anche il virologo politico, o politico virologo Pier Luigi Lopalco a contestare la tesi e i dati – va a beccare giusto chi irride il suo spettro ammorbante.
Non si spiega altrimenti la nemesi che coglie ineluttabilmente tutti, ma proprio tutti i padroni della Terra che s’azzardano a trattare questo bambino che non sa perdere mai, come lo scemo della classe da prendere a calate. Lo stracitatissimo magnate Donald Trump, sorta di pupazzone con mascella da chewing-gum e ciuffo di birra vaporizzato, per strategie economiche e sociali, pur senza negare la presenza del male, ha differito gli interventi contro la pandemia montante. Ha esibito uno scetticismo cauto, mentre conosceva la verità, e così pure sua moglie, ovviamente bonissima, risulta infettata. Ancor più se il presidente a strisce e stellato esortava i più impauriti a farsi una pera di varechina per prevenire guai.
Il presidente-tycoon che pure batté i radical-chic clintoniani detestati dalla maggioranza di non ricchi, non snob e non classisti americani, stavolta ha dovuto capitolare, umiliarsi davanti a un esserino che dei voti non sa che fare. Ma non è che l’ultimo della lista di predestinati. L’italiano pettinato Silvio Berlusconi, che ha sostenuto le regole igieniche ma invocando maggiore elasticità, è stato fulminato: muto, zitto, basta. Il londinese spettinato Boris Johnson, che se n’andava in giro spernacchiando l’omicida seriale e offrendosi ai selfie guancia a guancia, per poco non ci restava. È risorto per sbaglio il brasileiro Jair Bolsonaro, aduso a immersioni in comizi oceanici, che le mascherine se le mangiava, idem il bielorusso Aleksandr Lukashenko, negazionista pugnace.
Per cui anche se appartenete alla schiera che parla di raggiro dei poteri forti a danno dei poveracci, must negli strati sociali bassi; se siete andati a Berlino a gridare la fede complottista contro le multinazionali del farmaco; se siete sopravvissuti a orge sessuali, sbevazzate nei bar di tendenza rigurgitanti, a uscite in massa scolastiche senza protezioni dopo la farsa della mascherata sui banchi; o se pensate che Covid-19 sia meno infettivo di un’influenza stagionale o pari. Non ditelo. Non ditelo mai.