Mercoledì 10 Dicembre 2025 | 17:59

Le parole di Mastella e quell’idea di politica come «investimento»

Le parole di Mastella e quell’idea di politica come «investimento»

 
Maria Petrone

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Maria Petrone

Le parole di Mastella e quell’idea di politica come «investimento»

In un momento cruciale per tutto il Sud - tra PNRR, infrastrutture da completare, emergenze sociali e sprechi da evitare - l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla qualità della governance, alla trasparenza

Mercoledì 10 Dicembre 2025, 14:00

Le recenti dichiarazioni di Clemente Mastella al Corriere della Sera, in cui il sindaco di Benevento contesta la scelta del neo governatore Roberto Fico di non includere il figlio Pellegrino nella giunta regionale, riaprono un tema che nel dibattito pubblico meridionale non può essere ignorato: la distanza crescente tra logiche familiari della politica e le reali esigenze dei territori.

Le frasi di Mastella suggeriscono una concezione della politica come investimento privato, misurato in rischi personali e in rapporti di scambio. Ma la politica non dovrebbe essere una scommessa da giocare «tutto per tutto», né un terreno in cui la credibilità di un’amministrazione dipende dal destino di un singolo candidato, per quanto radicato nel territorio.

In un momento cruciale per tutto il Sud - tra PNRR, infrastrutture da completare, emergenze sociali e sprechi da evitare - l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla qualità della governance, alla trasparenza, al merito, alla capacità di attrarre investimenti e di gestire in modo efficace le risorse pubbliche. Il Mezzogiorno non può permettersi che il dibattito politico si concentri su chi «meriti» un assessorato in base alla tradizione familiare o al peso elettorale individuale. Gli assessorati sono luoghi di responsabilità tecnica e politica, non riconoscimenti di fedeltà o continuità dinastica.

Le parole di Mastella rischiano di riportare al centro del discorso pubblico una logica che appartiene al passato: quella secondo cui il ruolo amministrativo diventa una prosecuzione naturale dell’impegno di un padre o del peso politico di un cognome.

Ma oggi la priorità non è la carriera di nessuno. La priorità è la credibilità delle istituzioni, l’efficienza della pubblica amministrazione, la qualità dei servizi, la capacità di offrire opportunità ai giovani, e non di trattenerli in sistemi non limpidi.

La politica del Sud ha bisogno di una svolta culturale e strutturale. La vicenda Mastella non è un caso isolato: è un campanello d’allarme su come il Mezzogiorno debba ripensare il proprio modo di selezionare la classe dirigente. La politica non può ridursi a un fatto privato né a un’eredità da proteggere.

Il Sud ha bisogno di istituzioni che mettano al centro la comunità e non le carriere individuali. E ha bisogno di farlo ora, in una fase decisiva per il suo sviluppo e per la sua credibilità.

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