Quando non c’era il frigo, il “mellone” lo si “rinfrescava” immergendolo in recipiente con acqua e qualche pezzo di ghiaccio oppure posandolo sul bagnasciuga in riva al mare.
I suoi vantaggi migliori sono il basso contenuto calorico (circa 16-30 calorie per 100 grammi), l'elevata quantità di acqua
(oltre il 90%), la ricchezza di buone vitamine (C,A, E, betacarotene), minerali (potassio, magnesio, rame, magnesio)
e licopene responsabile del bel colore rosso – quanto più rosso, tanti più benefici – della polpa e valido antiossidante (fa
bene al cuore; osteggia gli effetti dannosi dei radicali liberi, molecole che, danneggiano le cellule, accelerano
l'invecchiamento e favoriscono alcune malattie), ma è ricco di zuccheri semplici, cioè glucosio, fruttosio, ecc che sono
assorbiti rapidamente dall'organismo e favoriscono, se eccessivi, il rischio-diabete. Donde il consiglio di moderazione specie per /le persone con diabete (circa 100-150g/porzione da non ripetere ogni giorno con consiglio di medico e/o diabetologo). Facile esagerare: una fetta potrebbe pesare 400- 500 grammi ed ingannare ll consumatore. Comunque, gli zuccheri contenuti in 100 grammi di anguria non superano i 4 grammi.
Però, proprio questa zuccherinità dell’anguria, induce, nell’organismo, la produzione di più serotonina che favorirà il sonno e le sue migliori qualità. L’equilibrio sia regola. L'anguria non fa ingrassare: frutto molto ipocalorico, per il 90% acqua che idrata e sazia, diuretico. Però mangiarne troppo ed abitualmente fa rischiare ciccia e liquidi in più.
Consigliato non scartare molta parte bianca della fetta poiché contiene aminoacidi l-citrullina e l-arginina e cucurbita che,
in uno con la componente rossa, migliorando la circolazione, favoriscono la diuresi e, coagendo con il potassio, si oppongono a gonfiori e ritenzione idrica, regolano la pressione arteriosa: insomma amici del cuore. I semi (a volte, macinati) hanno effetto lassativo.
L’anguria – mi dice il dott. Francesco De Feo, contitolare di “Agridea”, in quel di Zapponeta (paese sorto su duna sabbiosa) - è nata in Africa dove, 5000 anni fa, già la si coltivava ed onorava perché dono di Dio contro la sete del deserto Kalahar, menzionata in papiri egizi, secondo l’ esploratore Livingstone. Le attuali varietà coltivate da noi in terreni sabbiosi si ispirano a queste origini e vantano caratteristiche esaltanti sapori e benefici specifici. Un gustoso ritorno alle origini.