Alternare diete ad alto e basso contenuto di grassi aumenta oltremodo e tempestivamente colesterolo cattivo e placche e, di conseguenza, indurre aterosclerosi con rischio consistente di infarti, ictus,ecc.
“Riprendere una dieta ricca di grassi porta ad iperproduzione di globuli bianchi neutrofili i quali rilasciano una perfida proteina infiammatoria, l’interleuchina (IL)-1β, ed a riduzione dei macrofagi (preziose cellule immunitarie di difesa). Cosicché, si registra anche squilibrio dell’assetto immunitario di difesa. “Lo “Yo-YO” sarebbe, paradossalmente, peggio di una dieta continua ad alto contenuto di grassi. Riprendere peso dopo una dieta crea rischi. “Alternare è dannoso” avverte, in uno studio pubblicato su “Nature”, la dr.ssa Kate Townsend Creasy, dell’università della Pennsylvania (Ugo Jalinièrn Sciences et Avenir, 933 2024 °933).
“L'aterosclerosi è una condizione infiammatoria cronica in cui il colesterolo e le cellule immunitarie si accumulano nelle pareti delle arterie, portando alla formazione di placche ateromatose che possono bloccare un vaso sanguigno ed ostruire la circolazione ematica”. Le varie diete – scrive Nicolas Gutierrez 25.4.’23 - hanno qualcosa in comune: nonostante gli sforzi, la maggior parte delle persone che le praticano finisce per recuperare parte del peso perduto cosa che è causato da cambiamenti fisiologici che avvengono durante il periodo di restrizioni. L'organismo, cioè, va in tilt. Esso registra la riduzione di nutrienti e, necessariamente, si adatta. Ma prudenza vuole che faccia scorte e quindi esso fa di necessità virtù: prende e mette da parte per assicurarsi “sopravvivenza”.
Un gruppo di ricerca del Max Planck tedesco, nel marzo 2023, ha pubblicato, sulla rivista Cell Metabolism , di aver individuato, nell’ipotalamo (cervello), dei neuroni che si attivano durante la perdita di peso causata da digiuno o restrizione calorica (come, per esempio, nel corso di diete), e provocano aumento dell'appetito e inducono la ripresa di peso. Per gli autori, l’attivazione a lungo termine di questi neuroni sarebbe responsabile dell'aumento di peso spesso osservato nelle persone dopo una dieta, il famoso effetto yo-yo. "Il nostro obiettivo è trovare terapie che aiutino a mantenere il peso corporeo raggiunto durante la dieta" interrompendo - dice Henning Fenselau, autore dello studio - la comunicazione tra questi neuroni. Questo potrebbe rivelarsi magico per un’efficace perdita di peso”. Ma, per ora “Yo-Yo”, in campo alimentare, no.