Ossa, sempre più a rischiofrattura a causa della osteoporosi incombente con l’età e favorita da fattori costituzionali, genetici, ambientali , sedentarietà, inadeguata alimentazione, Alla nascita abbiamo 207 ossa che, da adulti, si riducono a 206 (perché, durante lo sviluppo, alcune si uniscono tra loro), articolate in 68 articolazioni. Il tutto, in un adulto, rappresenta circa il 20% del peso corporeo. L’osso è un tessuto vivente che si rigenera costantemente per mantenere la propria resistenza. Fino ai 45-50 anni il processo di riassorbimento e di formazione del tessuto osseo si mantiene in equilibrio, ma dopo i 50 anni i meccanismi di riassorbimento osseo prendono il sopravvento su quelli di formazione.
Nella donna questo squilibrio è favorito dalla menopausa e dal deficit degli ormoni estrogeni. Il rischio di fratture da osteoporosi e favorito da fattori coagenti costituzionali, genetici e ambientali: sedentarietà, consumo di alcool, tabacco, droghe, deficit di vitamina D, preminenti spesso, quelli alimentari. Il problema interessa circa 375.000 pugliesi (in Italia, causa di oltre 600mila fratture/anno). Si tratta di malattia cronica che insorge spesso in maniera asintomatica, caratterizzata da riduzione della massa ossea, alterazione della microarchitettura del tessuto scheletrico, aumento della fragilità ossea. Ne deriva aumentato rischio di fratture, dette “da fragilità” (specie vertebre, femore, polso, omero, caviglia) per traumi anche minimi.
Suggerimenti per una dieta di “garanzia” ci vengono dal dr Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e nutraceutico, soprattutto, noto per il “Medodo” che da lui prende il nome “Sebbene sia vero – ci dice Bianchini - che il latte contenga una quantità significativa di calcio, utile per la salute delle ossa, la ricerca scientifica non ha dimostrato una correlazione diretta tra l'aumento del consumo di latte e una riduzione del rischio di fratture ossee. Nei Paesi asiatici, dove il latte è scarsamente presente nella dieta, si osservano tassi di osteoporosi tra i più bassi, dimostrando che il calcio non è l'unico fattore determinante per la salute ossea.
È importante anche tenere sotto controllo l'eccessivo consumo di sale, che può favorire l'eliminazione del calcio attraverso le urine, pur migliorandone l'assorbimento intestinale. Allo stesso tempo, anche lo zucchero nascosto nella dieta può ostacolare l'assorbimento del calcio, aggravando i problemi legati alla salute delle ossa. Per proteggere le ossa, è quindi essenziale ridurre sia il consumo di sale che quello di zucchero e aggiungere alimenti particolarmente ricchi di calcio come le uova, il pesce e alcune erbe aromatiche (es. basilico, maggiorana e timo). Anche le acque minerali - con un residuo fisso di almeno 500 mg/l e un contenuto di calcio superiore a 150 mg/l - possono essere utili.
La vitamina D, poi, svolge un ruolo fondamentale nell'equilibrio del calcio: in caso di una dieta povera di calcio, il corpo aumenta la produzione di vitamina D per migliorare l'assorbimento intestinale del calcio disponibile, compensando così la carenza alimentare”. “La vitamina C, oltre a essere un potente antiossidante, svolge un ruolo chiave nella produzione di collagene, la proteina che sostiene organi, ossa e tessuti. È cruciale per la sintesi della carnitina, che trasporta gli acidi grassi nei mitocondri per la produzione di energia, e aiuta a mantenere elevati i livelli di glutatione, il principale antiossidante del sistema immunitario.
Tuttavia, un’alimentazione ricca di zuccheri, in particolare carboidrati, può portare a una carenza di vitamina C. Oltre agli agrumi, anche alimenti come carne rossa, pesce e latticini contengono vitamina C, seppure sotto forma di acido deidroascorbico, che nel nostro intestino viene convertito in acido ascorbico”. Inoltre la vitamina K2 e è essenziale per la salute delle ossa e dei denti e si trova principalmente nelle carni e uova di animali allevati al pascolo, in organi come il fegato, nel tuorlo d’uovo, in formaggi stagionati, nel latte charificato e nelle uova di pesce. Lavora in sinergia con le vitamine A e D, prevenendo l'accumulo di calcio nelle arterie e mantenendo la flessibilità arteriosa. Oltre a minerali come il sodio, le ossa sono costituite da una buona quantità di proteine. Un apporto proteico insufficiente, abbinato a carenze di vitamina D, porta a una perdita di densità ossea. La ricerca più recente suggerisce – conclude Bianchini - di aumentare l'apporto proteico negli anziani fino a 1,5 g/kg di peso corporeo per prevenire la perdita di massa muscolare e ossea. A tavola, è preferibile consumare carne, pesce e uova”.