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«L’amore non è una patata ma una patata simboleggia l’amore»

 
Nicola Simonetti

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Nicola Simonetti

«L’amore non è una patata ma una patata simboleggia l’amore»

Gli Atzechi 6.000 anni fa, utilizzavano patate anche per guarire fratture ossee, prevenire reumatismi, indigestioni

Martedì 07 Maggio 2024, 17:33

“L’amore non è una patata” ma una patata simboleggia l’amore facendosi anche paladina nella lotta per i diritti democratici fra i sessi, nell’immagine svizzera (anni ’60-’70) di uomo e donna che lavorano insieme un campo di patate. E fu suffragio universale. Gli Atzechi, 6.000 anni fa, utilizzavano patate anche per guarire fratture ossee, prevenire reumatismi, indigestioni. Inizialmente osteggiata per episodi di disturbi gastrici e nervosi finché Luigi XVI, in piena carestia, obbligò i contadini francesi a coltivare patate anti-fame. Ed “il frutto proibito” divenne “cibo del Re”, terza coltura alimentare del mondo e ortaggio tra i più consumati.

“La patata – ha detto la prof. Laura Dell’Erba, medico - chirurgo, primaria di medicina nucleare e accademica dei Georgofili, nella conferenza tenuta all’Assoc.“Ciboacculturarsi” presieduta da Pasquale Montemurro, professore di agronomia generale università, Bari – è priva di grassi ma ricca di carboidrati, cura di bellezza per l’intestino, carica positiva per il sistema immunitario, ricostruente per i batteri amici di flora e cellule intestinali riducendovi infiammazione e rischio di cancro al colon.

L’amido resistente non è assimilato dall’organismo e, quindi, è perfetto nel controllo della glicemia, conteggio delle calorie e induzione di sazietà. Le proteine della patata – continua la prof. Dell’Erba - hanno elevato valore biologico e la ricchezza in vitamine B e C, potassio, rame, ferro, cromo, magnesio ne fa tesoro alimentare le cui calorie (80-85 in 100 gr) smentiscono la credenza di patata “mostro ipercalorico”.

Nelle diete dimagranti, invece, favoriscono il senso di sazietà e la varietà “Carisma” ha via libera nei diabetici. La patata piace, di facile digeribilità, con numero di calorie diverse a seconda del tipo di cottura: 100 grammi di fritte = g 16 di lipidi ed un grammo invece nelle bollite; la vitamina C è di più in patate al forno o microonde, meno nelle bollite o fritte.. Mangiare patatine in busta o patate fritte è un peccato, perché la maggior parte dei benefici nutrizionali è perduta e appesantita dall’aggiunta dei non salutari grassi saturi. La patata non è da temere da diabetici e persone a dieta purché si scelgano le novelle consumate con la buccia, ricca di fibre, fredde (l’amido diventa meno disponibile), sbucciate, tagliate a tocchetti, lasciate in acqua per 12 ore in frigo, sciacquate e, poi, cotte.

Attenzione: meglio consumarle con la buccia o, se bollite, non sbucciarle prima della cottura. Le patate rosse o viola, hanno più proprietà antiossidanti. Insomma: patata ottima sostituta per l’apporto alimentare di carboidrati per chi è affetto da celiachia o intolleranza a glutine o allergia a lattosio; ricostituente, nutriente, antistanchezza/astenia perché ricca di amidi, zuccheri, sali minerali, vitamine; ha azione cardio-protettiva, controlla pressione arteriosa e frequenza cardiaca; diuretica e depurativa; la vit. B6 ed il fosforo aiutai il sistema nervoso centrale, remineralizza; concilia il sonno, contrasta l’acidità gastrica. Nella buccia: polifenolo preventivo di mutazioni cellulari pre-cancro e antiossidante anti- radicali liberi causa di patologie degenerative, 80-100 più che nella polpa. Impacchi con fette crude contro arrossamenti, pruriti cutanei, ustioni; l’acqua di bollitura delle patate o anche la fecola, ottime per maschere tonificanti ed idratanti per il viso. Varietà di patate – illustrate dalla prof. Dell’Erba, diplomata e studiosa anche di agronomia - sono ottime per fornire principi attivi atti a prevenire, curare, correggere alcune patologie (diabete, ipotiroidismo, mali degenerativi, ipovitaminosi, cancro, ecc.)

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