Sabato 06 Settembre 2025 | 21:13

Dieta a chilometro zero: l'orto di casa diventa salva salute

 
Nicola Simonetti

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dieta vegetariana

E, persino, quella che taglia di più la spesa sanitaria e riduce, fino a 28-30 volte, quella di prevenzione delle malattie

Venerdì 12 Aprile 2024, 16:26

BARI - Dieta a chilometro zero, la più vicina alla logica dell’organismo umano, la più concordante con la benefica dieta mediterranea autentica, la più salutare contro malattie infiammatorie, metaboliche, della riproduzione, sessuali. E, persino, quella che taglia di più la spesa sanitaria e riduce, fino a 28-30 volte, quella di prevenzione delle malattie.

L’orto vicino casa diventa salva-salute. In origine - ha detto, in una conversazione scientifica tenuta al Circolo Unione di Bari (pres. dr G. Tomasicchio), il prof. Pasquale Montemurro, già direttore cattedra di agronomia generale, università Bari - fu il bisogno di cibo a spingere gli uomini a coltivare (ricorda Plinio il Vecchio), numerose nature morte e affreschi che decoravano le antiche case romane - gli orti, poco fuori le mura delle città, dove venivano coltivati ortaggi e frutta destinati a soddisfare le necessità alimentari della famiglia, garantendo sicurezza dell’origine, dei concimi, della raccolta, della conservazione dei principi attivi che, con il tempo, si riducono o deteriorano.

Negli Stati Uniti, la crisi degli anni ’30 spinse i disoccupati a curare i Relief gardens, orti di soccorso; nell’Italia dell’anteguerra, li creò l’Opera Nazionale Dopolavoro e, nella seconda guerra mondiale, anche in Italia, comparvero gli “orti di guerra” (in Usa, Victory gardens). A Bari – ha ricordato l’O. - orti di guerra nel fossato del Castello Svevo e nel giardino che circonda la statua di Niccolò Piccinni che - ironizza Nicola Mascellaro – “si sentiva crescere le patate sotto i piedi”. La crisi ma, soprattutto, la voglia di cibi garantiti, ha visto sorgere, ora, orti sociali, anche in metropoli come Londra e New York (nel Brooklyn Grange, il più grande roof garden del mondo, che produce 25 tonnellate di verdure fresche/anno).

A Lussemburgo, il “Coin de Terre”, organizzazione europea riunisce 3 milioni di famiglie che gestiscono un orto urbano o un giardino familiare. Si sono diffusi gli Spazi comunali, concessi dai Comuni e realizzati da associazioni di cittadini, gli Orti Condivisi (più persone che osano il terreno suddiviso in parcelle), gli Orti Collettivi (persone curano insieme lo stesso appezzamento, ripartendosi compiti, e raccolto in parti uguali, gli Orti Sociali, i condominiali, adiacenti alle abitazioni e, di recente, anche sui terrazzi (roof garden), gli Orti verticali, quelli aziendali. Particolari funzioni assumono gli orti didattici e quelli terapeutici (per malati, ospiti di ospedali, che ne fruiscono per cura psicofisica: ortoterapia).

L’ “agricoltura urbana”, in Italia, - conclude il prof. Montemurro - ha capolista Bologna: 47 ettari di terreno comunale con 270 soci, occupazione di decine di giovani (nuova economia urbana a costo zero) e fornitura di frutta e verdure, in gran parte biologiche, a 150 famiglie. Torino avrà l’ Or-TO: il primo Orto Urbano aperto a chiunque vorrà partecipare alla co-produzione di prodotti freschi.

A Firenze, l’architetto Giacomo Salizzoni, con la regia di Amministrazione comunale e Coldiretti, ha firmato un Community Garden, nella zona di Borgo Pitti. A Bari, il primo orto urbano “moderno” è sorto nel 2009: l’Ortocircuito, dell’associazione guidata da Giovanni Signorile e Manlio Epifania, in area abbandonata vicino a parrocchia San Marco; nel 2018, l’Associazione Parco Domingo, (Luca Ottomanelli, presidente) ha realizzato l’Orto Domingo in un’area abbandonata del quartiere Poggiofranco, concessa dal Comune.

“Città e campagna devono sposarsi tra loro per il benessere migliore dei cittadini con cintura di bellissimi orti e giardini … aria pura, erba e visione di lontani orizzonti con una passeggiata di pochi minuti (John Ruskin, sociologo) - “Promuovere molto di più gli orti urbani è valida scelta urbanistica, capace di generare numerosi benefici per ogni cittadino, nel “globale” desiderio di un futuro sostenibile basato sulla green economy”. Importante il ruolo sociale: riscoperta del valore della terra, incontro per famiglie, giovani, anziani, lavoratori, disoccupati, di diversa origine sociale e nazione; la frequentazione degli orti, può far “gustare” una passeggiata, momenti conviviali, prodotti sicuri e utili, contribuendo a migliorarne qualità di vita e salute fisica e psichica.

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Vivere in salute: suggerimenti, risposte, piccoli accorgimenti per gestire la propria giornata, l’umore, l’alimentazione, il ricorso a farmaci, come affrontare al meglio gli impegni di lavoro, di responsabilità, il riposo ed il diporto, l’attività fisica. Inoltre, una finestra aperta sulla ricerca, sulle novità che la medicina ci offre ora e ci riserva e promette per il prossimo futuro.

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