“Basta poco, che ce vo’!” la frase, divenuta proverbio, del comico Covatta ben si addice alla campagna rivolta a suggerire controlli men che fastidiosi per la prevenzione della “malattia renale cronica” il cui segreto è il silenzio per rivelarsi con disturbi “urlati” quando la fase avanzata renderà, presto o tardi, difficile, invasiva la cura. Quel po’ che scopre il sottofondo consiste in rilievi periodici, in accordo con il medico di fiducia, di pressione arteriosa, esame di urina e di sangue per rilevare presenza di creatinina. L’ipertensione arteriosa è fattore di rischio che può essere silenziato da opportuni farmaci efficaci e non punitivi riguardi alimentari e di vita. Il basso costo di tali esami conviene anche al Servizio Sanitario Nazionale poiché scoperta e controllo evitano, al paziente, di andare incontro a malaugurati dialisi e trapianto di rene. Sono circa 6 milioni gli italiani colpiti da malattia renale cronica (MRC), ma gran parte di loro non lo sa mentre il male avanza fino a compromettere la funzione renale.
Nel cammino deostruente, il male può coinvolgere cuore e vasi sanguigni. Una provvidenziale iniziativa (WEEKIDNEY) consente consulenze gratuite con specialisti nefrologi presso gli ambulatori dei medici di base per promuovere diagnosi precoce e gestione integrata della MRC per instaurare prevenzione primaria e giungere a diagnosi precoce, pilastri su cui investire per migliorare la qualità di vita dei pazienti, trattamenti più efficaci e ridurre i costi per il SSN.
“La malattia renale cronica è condizione di alterata funzione renale che persiste per più di 3 mesi ed è classificata in 5 stadi di crescente gravità, il cui stadio finale necessita di dialisi o trapianto. I principali fattori di rischio sono diabete, ipertensione, familiarità per malattie renali e precedenti eventi cardiovascolari. Il numero di persone con MRC è in aumento nel mondo. Nelle sue fasi iniziali la malattia può essere silente; così, è ancora spesso sottovalutata e diagnosticata tardivamente” spiega il prof. Loreto Gesualdo, università Aldo Moro di Bari, presidente della Fed. It. Società Medico-Scientifiche.
Per molto tempo gli strumenti terapeutici sono stati limitati; oggi vi sono nuove opzioni, come la classe di farmaci SGLT2i, che hanno mostrato benefici cardiovascolari e renali, con efficacia maggiore se assunte nelle prime fasi della malattia”. Una diagnosi anticipata risulta fondamentale nell'ottica di una migliore presa in carico e gestione del paziente, e il ruolo del medico di medicina generale è quindi essenziale per identificare i pazienti a rischio e nelle prime fasi della patologia ed intervenire precocemente. Chiamati in causa in primis i medici di medicina generale e gli specialisti nefrologi ma anche cardiologi e diabetologi.
La collaborazione è garanzia di successo. Le consulenze si svolgeranno a partire dalla seconda metà alla fine di questo mese presso ambulatori di medici di medicina generale (MMG) distribuiti sul territorio nazionale. Le persone che hanno già una diagnosi di malattia renale cronica o presentano importanti fattori di rischio per questa malattia saranno invitate dal loro MMG a incontrare presso il proprio ambulatorio un nefrologo per una consulenza specialistica gratuita. “L’iniziativa (patrocinio delle Società medico- scientifiche e di competenza, organizzata in partnership con AstraZeneca ndr) – dice il prof. Massimo Morosetti, pres. Fond. It. Rene - può portare benefici per la salute e qualità di vita dei pazienti e più supportati psicologicamente”. “Basta poco, che ce vo’?”