L’Unione Europea classifica gli occhiali da sole come “dispositivi di protezione individuale (DPI) di prima categoria, specificamente progettati per proteggere gli occhi dai rischi legati alle radiazioni solari. Le lenti dotate di filtri selettivi per i raggi ultravioletti (UV) proteggono le strutture oculari dalle radiazioni solari. Ovviamente si esige che esse siano fabbricate secondo regola e rispettino prestabiliti standard di sicurezza e qualità”.
Si tenga presente che l'esposizione a superfici riflettenti (spiagge, mare, neve o distese di prati, luoghi molto assolati come safari, deserto) possono rappresentare una causa di maggiore sollecitazione per gli occhi che, pertanto, necessitano di maggiore protezione (occhiali da sole), essenziali per non compromettere la vista, schermando le radiazioni ultraviolette (UV) del sole e riducendo la marcata luminosità, cui si deve ridotta visibilità, risentimenti oculari, specie palpebrali, congiuntiviti e cheratiti. D’altra parte, gli stessi raggi ultravioletti – dice il dr d’Ambrosio Lettieri - causano produzione incontrollata di radicali liberi, rughe e macchie al viso o altre zone esposte del corpo, opacizzazione progressiva, rapportata a tempi di esposizione, del cristallino con possibile danno irreversibile a carico della retina mentre è possibile il coinvolgimento indiretto della macula e, quindi, un incentivo alla degenerazione di quest’ultima. L'esposizione non protetta da occhiali da sole a norma può aumentare il rischio di tumori cutanei nell'area perioculare.
“La prevenzione oculare è fondamentale. Esposizione indifesa e prolungata al sole può compromettere – ha riassunto il dr Vincenzo d’Ambrosio Lettieri, oculista, già direttore di settore della clinica oculistica del policlinico di Bari , nel corso della conferenza su patologie oculari, tenuta alla Università della Terza Età di Noci (presid. Prof. Cesareo Putigano) – la salute degli occhi e della pelle. Ma il sole è nostro amico-nemico e non gradisce di essere guardato direttamente per cui si rende indispensabile l’uso di lenti con protezione ultravioletta specie in ambienti con elevato riverbero. La corretta esposizione può prevenire, specie in giovane età, tra l’altro, la miopia, grazie alla stimolazione della dopamina retinica, un neurotrasmettitore che inibisce il meccanismo provocatore.
Almeno 2 ore di esposizione, meglio all’aperto e di mattino(no in ore più calde e abbaglianti) possono bloccarne/ridurne l’evoluzione. Inoltre, le 2 ore – assicura il dr d’Ambrosio Lettieri - danno benefici capaci di sincronizzare al meglio il rapporto sonno- veglia, di favorire la produzione della impagabile vitamina D nella pelle, difendere da infezioni oculari (uveiti, ecc), da sindrome dell’occhio secco, degenerazione maculare senile, ecc.
I danni invece, possono essere: fotocheratite (similscottatura) della cornea, cecità da neve, fotocongiuntivite /non reversibile spesso), cataratta, Ispessimento della congiuntiva (pterigio), retinopatia. Le lenti da sole, grazie al filtro anti-UV di cui sono dotate, che modificano le caratteristiche energetiche della radiazione ultraviolette assorbono le radiazioni di tipo A e B (UVA e UVB), pericolose particolarmente per gli occhi. I livelli di radiazioni crescono con l'altitudine (ogni 1000 metri di altezza essi aumentano del 10-12%) e quando diminuisce la nuvolosità.
Occhiali da sole, di sera? No, specie in ambienti poco illuminati: un possibile danno per la vista ed un peccato di galateo (poco rispetto per chi è con te). Gli occhi si affaticano inutilmente e subiscono una specie di shock tornando alla luce (pupille costrette a restringersi e dilatarsi a seconda della quantità di illuminazione ambientale). Lente scura può renderle negligenti. Peggio se, di sera o notte, si guida con gli occhiali da sole.