Sui tavoli dei verdumai troviamo, in questo periodo, la scarola, una verdura propizia, in estate e non solo, per la salute, per la bellezza, per la linea, per l’inventiva in cucina.
Preziose le proteine, il potassio, il ferro, il calcio, le fibre. E poi, la pregiata vitamina A (basta mangiare 100 gr. di scarola per assicurarsi la metà del fabbisogno giornaliero di questa vitamina che protegge gli occhi, la pelle, i polmoni specie dei fumatori), di vitamina K imperdibile fattore della normale coagulazione ematica (90,6%), di folati, noti come anti-fiacca (38%), di manganese(20%), potassio, sodio quanto basta per il benessere.
”Un buon piatto di scarole – dice il dr Goerman (Australia) – è come se mangiassi una porzione di fegato contro l’anemia”.
Un ottimo equilibratore del peso corporeo e della pressione arteriosa, un prezioso alleato di diuresi e protezione delle vie urinarie, un ausilio non violento a ristabilire e mantenere il “benessere” intestinale ed il suo regolare svuotamento, proteggerlo da irritazioni (colon irritabile), un valoroso combattente pronto a “tagliare” il tasso di colesterolo nel sangue ed arruolarsi nella strategia antidiabete, un fedele alleato delle diete a scopo dimagrante (100 grammi di scarola contengono solo 11 calorie (ottime).
Vantate anche azioni antinfiammatorie, antibatteriche, anti-radicali liberi, epatoprotettive.
Gli egiziani attribuivano, alla scarola virtù medicinali.
Molte le gare di cucina che contengono un piatto di scarola (in padella, al forno, copri-polpette, o salva-braciole, alla brace, nella pizza o focaccia “piena”, con riso, patate,con paccheri, ecc). Ma, gustata cruda, masticata come tale oppure come insalata (olio extraverdine d’oliva, aceto di vino bianco – oppure succo di limone - capperi, cipolla o aglio e, secondo i gusti, basilico, salvia, timo, maggiorana, origano, ecc. senza distinzione perché “la scarola non scarica nessuna”, va d’accordo con tutte) eleva al quadrato le proprie virtù salutari ad iniziare dalla pelle che la utilizza per farsi vellutata, idratata, “carina”.