In Puglia e Basilicata
Una mela al giorno
02 Agosto 2022
Nicola Simonetti
Ci siamo ed il proverbio “d’agosto, moglie mia non ti conosco” diventa di attualità “confermata al 90%” da secoli di osservazione ad iniziare da due poeti dell’antichità: Esiodo’VIII–VII secolo a.C. e Alceo, un secolo dopo, che, rispettivamente dicevano “ col caldo, mogli vogliose e mariti svigoriti” e “donne mille in desiderio e uomini zero”.
Il primo consigliava, ai maschietti sfiniti, di rinvigorirsi brindando alla dea Afrodite con vino di Biblo (della città omonima (oggi Jubayl) e di soggiornare al fresco.
Achille Campanile, nel romanzo che, nel titolo, riporta il vecchio proverbio (Treves, Milano, 1930) ne parla in versione umoristica.
Ma il problema si ripropone e, in quest’epoca di farmaci e droghe facili, la ricerca della pillola giusta per quel momento giusto diventa virale. La brain chemistry dell’amore è sempre più ricercata e (inutilmente) retribuita. Ma pillola non c’è e l’eventuale ricorso al viagra di turno prepara il flop deleterio.
Speranzoso e di moda diventa, ora, il ricorso al cibo afrodisiaco che rigeneri ormoni sonnolenti. Secondo Brecht (Opera da tre soldi) – “Anzitutto il cibo, la morale può attendere”.
Quale cibo? Atmosfera, ambiente, dolci parole, invito, ’ambiente, sottofondo musicale che ispiri l’eros che dia la carica. Nel piatto, solo la fantasia ne è limite.
Tartufi (proibiti), gamberi, aragoste, asparagi, ostriche o, più prosaici, rognoni allo Champagne (tollerato appena lo spumante di alta qualità), uova al tartufo, bottarga, caviale, sedano e finocchi (rischio di rimanerne infinocchiati), carciofi fritti e/o ripieni di uova di pollo o caviale, aglio (Enrico IV consigliava la nostra frisella condita con olio di oliva e raccomandazione di “frotter”, strofinare sulla superficie, aglio e peperoncino e un bicchiere di vino rosso forte, di qualità.
Coronato il cavolfiore, insieme a filetti di sogliola e altro in bella presenza che la Pompadour offriva, in tutte le salse (originali e gustose), alla gola da ammaliare ed al sesso da rinfocolare di Luigi XV (a sesso e gusto di Luigi XIV ci pensava, con pari successo, la marchesa di Maintenon).
Tra le varianti strane dell’argomento vanno ricordate le ricette di genere. Si va dalle “uova affogate alla Cleopatra” per conquistare una bruna, al fagiano all’astice all’americana per la bionda.
Per concludere il repertorio, non si dimentichi il cioccolato la cui fama pro-sesso maschile deriva dall’imperatore azteco Montezuma che ne beveva 50 tazze al giorno, da Casanova (lo riteneva utile per le sue performance di sesso), da D’Annunzio (mai sesso se non preceduto da una coccolata calda), ecc.
Ma la ricerca ha posto in dubbio queste virtù pur se riconosce che la bevanda degli dei innalza, nel cervello, i livelli di serotonina (ormone del benessere), endorfine (euforia), dopamina (gratificazione). Grande importanza ha l’anandamide, una molecola propria e solo del cacao, detta della soddisfazione e del piacere. Facile arguire che sono sostanze che “perfezionano” il dopo e, poco o niente, se non il ricordo e la nostalgia, agiscono sui preamboli.
Buona considerazione, però, ha l’acido nitrico del cacao il quale aumenta la vasodilatazione e migliora l’apporto di sangue e ossigeno agli organi sessuali che se ne giovano per apprestarsi a funzionare (stessa azione del viagra). Ma, se manca la voglia, sarà flop. Il ricercatore in medicina naturale, Chris Kilham,invita a puntare sul cacao che è “l’unico prodotto che dà inizio alla chimica necessaria, nel cervello, a promuovere quella tal cosa che si chiama ammore”… ma, soprattutto, staje senza pensier e miettece ‘o sentimiento”
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