È una malattia che colpisce una donna su tre in post- menopausa e, in numero minore, gli uomini dopo i 65 anni (questi hanno una massa ossea più importante e non sono soggetti alla modifica impetuosa degli ormoni, specie estrogeni, determinati dalla menopausa).
La carenza di vitamina D è decisiva per lo squilibrio osseo.
Nella vita, l’osso è, in permanenza “sfabbricato” e rifabbricato (rimodellamento osseo), un fenomeno normale, questo, che può essere accelerato per molteplici cause e, quando lo “sfabbrico” è superiore al “rifabbrico”, si parla di osteoporosi.
Questa malattia – dice la prof. Maria L. Brandi, presidente FIRMO e endocrinologa università Firenze - si caratterizza per una diminuzione accelerata della densità ossea ed alterazione della microarchitettura delle ossa che diventano fragili e vanno incontro a rischio elevato di frattura.
L’osteoporosi si affaccia in silenzio: nessun sintomo iniziale e, gran parte delle volte, una episodica frattura conseguente a trauma modesto, la fa sospettare.
Per la diagnosi, decisiva l’osteodensitometria che rivela la densità delle ossa.
La prevenzione inizia dall’età giovanile: alimentazione sufficiente ed equilibrata (la “Mediterranea dei poveri” è l’ideale), esercizio fisico abituale e compatibile. Raccomandati modesto consumo di alcol e stop al fumo di tabacco. L’eventuale trattamento ormonale della menopausa è affidato al medico.
In Italia, quasi 5 milioni di persone soffrono di osteoporosi. Le fratture da fragilità colpiscono una donna su tre e un uomo su cinque di età pari o superiore a 50 anni e, solo nel 2017, si sono verificate in Italia circa 560.000 nuove fratture, un numero destinato ad aumentare del 22,6% entro il 2030.
Le spese sanitarie associate a fratture da fragilità hanno gravato, nel 2017, sul Servizio Sanitario Nazionale per 9,4 miliardi di euro, costi che cresceranno a 11,9 miliardi di euro entro i prossimi 12 anni.
Un Report “Ossa spezzate, vite spezzate: un piano d’azione per superare l’emergenza delle fratture da fragilità in Italia” è stato elaborato dalla International Osteoporosis Foundation (IOF) e sostenuto dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO), dalla Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) e dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT).
Il Report denuncia che il 75% dei pazienti anziani viene dimesso dagli ospedali italiani a seguito di una frattura dell’anca senza alcun trattamento farmacologico per l’osteoporosi con obiettivo di evitare, tra l’altro, nuove fratture (prof. S. Gonnelli, Presidente SIOMMS) “Il Report invita i responsabili politici a dare la priorità alle decisioni che possono – dice il prof. Giuseppe Sessa (SIOT) fare la differenza per i pazienti con fratture da fragilità, concentrandosi in particolare sul miglioramento del servizio locale, sul rafforzamento della politica nazionale e sulla sensibilizzazione nei confronti del cambiamento dello stile di vita”.